solid sea
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Un progetto artistico e civile sulla tragedia di Portopalo Chiamamilano ha deciso di promuovere, insieme a Multiplicity e Lima, il progetto Solid Sea sia per l’indubbio valore artistico delle installazioni in questione - una delle quali era tra le due sole presenze italiane a Documenta XI, una delle più importanti rassegne d’arte contemporanea a livello internazionale - sia per quello civile, ma soprattutto per dare la possibilità ai cittadini milanesi di fruire di un un’iniziativa che vuole sottrarre all’oblio una delle più gravi tragedie che negli ultimi anni si sono verificate nel Mediterraneo: quella di Portopalo quando, nella notte di Natale del 1996, morirono 283 migranti tamil, pakistani e indiani.
Solid Sea è un progetto artistico e civile che purtroppo si è inspiegabilmente scontrato con gli incomprensibili timori e silenzi di istituzioni pubbliche e private. Chiamamilano crede che la nostra città, arricchita dalle tante presenze di stranieri debba guardare con indignazione ad una tragedia come quella di Portopalo dove 283 esseri umani furono uccisi prima dal naufragio e poi dall’oblio che dura da 7 anni e dal quale non sono del tutto usciti. Solid Sea 01: the Ghost Ship (La Nave fantasma) – installazione video in due ambienti prodotta da Multiplicity in occasione della mostra internazionale di arte contemporanea Documenta XI (Kassel, Germania 2002) – racconta come, nonostante le denunce dei sopravissuti e il ritrovamento nelle reti dei pescatori di resti di cadaveri, per cinque lunghissimi anni le Autorità italiane e degli altri Paesi coinvolti nel naufragio negarono quella che è stata la più grande tragedia marina nel Mediterraneo dal dopoguerra ad oggi. Le prove del naufragio vennero inconfutabilmente alla luce solo grazie all’inchiesta del giornalista de La Repubblica Giovanni Maria Bellu, che, insieme ad un pescatore di Portopalo, scoprì e riprese il relitto, con una videocamera subacquea, a 19 miglia dalla costa siciliana. Solid Sea 01: the Ghost Ship presenta il primo di una serie di casi che Multiplicity sta raccogliendo nell'ambito di una ricerca sulle trasformazioni del Mediterraneo. Un grande bacino d’acqua da sempre considerato una culla delle civiltà, luogo di incrocio di tradizioni e culture diverse, oggi invece diventato un “mare solido”, cioè un “continente solcato da rotte predeterminate e da confini insuperabili”, dove “identità rigide e specializzate - turisti, militari, pescatori, marinai, migranti, tecnici sottomarini e di piattaforme - si incrociano ogni giorno senza comunicare e spesso nemmeno guardarsi, costrette entro le loro traiettorie prefissate.” Un secondo caso della ricerca “Solid Sea”, presentato per la prima volta in Italia in questa occasione, è “Solid Sea 02: Odessa/The World”, prodotto dal fotografo e filmaker Armin Linke, in collaborazione con Carlotta Cristiani e Matteo Fraterno dell’Osservatorio Nomadi. Due video presentano i ritratti paralleli di due comunità che vivono a bordo di due navi da crociera: l’ Odessa, ammiraglia della flotta ucraina, rimasta ancorata nel porto di Napoli, sotto sequestro, per sette anni, con a bordo il capitano e sette uomini dell’equipaggio e The World Residentsea, vero proprio condominio di lusso in continuo movimento, dove è possibile comprare un appartamento e con esso l’identità di cittadino off-shore. Spazio LIMA Via Masera, di fronte al civico 10 22 ottobre – 14 novembre 2003 Tutti i giorni dalle 15 alle 20, sabato e domenica inclusi. Chiuso sabato 1 e domenica 2 novembre ingresso libero info lima: 02 89697501 Martedì, 4 Novembre frammenti tratti da “LA NAVE FANTASMA” testo teatrale di Giovanni Maria Bellu e Renato Sarti in collaborazione con Bebo Storti Solid Sea è un progetto di Multiplicity. Presentato presso lo spazio Lima in collaborazione con Chiamamilano e Lima. L’allestimento è realizzato da studioper. |