Vietare o non vietare? La parola ai ragazzi milanesi, un po’ scettici ma sensibili al “docoro” urbano

Vizi privati, pubbliche virtù.
E sull’effettiva utilità di una sanzione amministrativa, d’altra parte, si potrebbe avanzare più di qualche dubbio. Se una legge nazionale che sanziona il consumo di droghe pesanti e leggere c’è già, sorge il sospetto che l’ordinanza altro non sia che un abile mix di due cose diverse.
Da un lato un provvedimento di facciata - della serie “tolleranza zero” inaugurata dall’attuale governo- atto a creare consenso popolare senza incidere sulla sostanza del fenomeno. Dall'altro abile ed ennesima trovata per rimpinguare le casse comunali.
Poco costruttivo sembrerebbe pure il decreto ministeriale che obbliga l’affissione delle tabelle per il calcolo del tasso alcolemico nei locali in cui si vendono o si somministrano alcolici.
C’è chi ammette di aver guidato dopo aver bevuto più del limite consentito, chi prevede di continuare a farlo, chi pensa di consultare le tabelle pur riconoscendone lo scarso potere deterrente.
“Chi vuole bere lo farà comunque”, concordano i più.
Le due nuove armi per combattere lo “sballo” rischiano di acutizzare una patologia già profondamente radicata nel nostro paese: quella per cui si è furbi e bravi se si diventa abili nell’ aggirare le leggi.
Non ci si può fumare uno spinello per la strada? Lo si fuma a casa e poi si esce. Non bisogna superare un certo tasso alcolemico per poter guidare perché lo dice una tabellina? Si evita di consultare la tabellina.
E a proposito di tabelline; si viene bocciati a scuola con il 5 in condotta perché il Ministro Gelmini crede così di poter rieducare i “bulli”? Si cerca di fare i bravi in classe e poi si dà sfogo alle pulsioni “bellicose” per la strada.
Droga, alcol, bullismo: la strategia sulla quale si punta in questo momento, sia a livello nazionale sia a livello locale, sembra essere quella di mettere in primo piano, anche e soprattutto sul piano mediatico, le azioni repressive.
Molto sullo sfondo, poco più che abbozzati o accennati, sembrano invece essere gli sforzi educativi, le campagne di sensibilizzazione, le azioni di pubblicità-progresso.
In un paese moderno e civile succede il contrario: le sanzioni sono necessarie e importanti (anche se devono essere sensate e non devono mancare i mezzi per renderle efficaci), ma il focus dell'azione di governo si concentra, soprattutto quando si tratta di giovani, sull'educazione.
Giulia Cusumano