Procede tra alti e bassi la vendita patrimonio immobiliare del Comune

E’ il patrimonio immobiliare che la passata Amministrazione ha mandato all’asta tramite l’istituzione di un Fondo, nato nel 2007. In sostanza, per consentire un rapido reperimento di risorse finanziarie, il Comune ha ceduto al Fondo, affidato a BNP Paribas Reim SGR S.p.A., immobili per il valore di conferimento di 255 milioni di euro, pari al 25% di valore di mercato.
Solo il 60% delle della quota (153 milioni di euro) è stato immediatamente incassato dal Comune tramite contratti di finanziamento presso quattro banche; il restante 40% avrebbe dovuto arrivare a conclusione delle operazioni, con la vendita delle quote del Fondo ai privati.
Mentre nel dicembre 2010 nasceva un secondo fondo del valore di conferimento di 120 milioni di euro, sotto gestione della SGR S.p.A. sono stati valorizzati e messi all’asta immobili del primo blocco, per un valore di 89 milioni di euro e un capital gain (la plusvalenza costituita tra il corrispettivo percepito e il prezzo pagato al Comune) del 43%. Di questi, circa la metà arriverà nelle casse del Comune, al netto della copertura del mutuo e delle spese di gestione del Fondo. Complessivamente, da queste operazioni di vendita- che si dovrebbero concludere per quanto riguarda il Fondo I nel 2013 e il Fondo II nel 2015- si prevede un introito di circa 100 milioni di euro.
Cifra ottimista, forse, se si considera non solo il fatto che molte delle residenze messe in vendita possono essere acquistate da chi attualmente ci vive in affitto con il 30% di sconto rispetto al valore di mercato, ma anche il mancato miglioramento della situazione economica mondiale.
Proprio in questi giorni parte la seconda asta per uno degli immobili più prestigiosi del portafoglio, il palazzo di corso di Porta Romana 10, con un ribasso del 10% rispetto alla base della prima asta di 44 milioni di euro andata deserta.
Oltre ai 36 milioni di euro che si spera di recuperare entro l’anno con questa vendita, secondo il gestore del Fondo, nel 2012 l’amministrazione incasserà 50 milioni di euro, tra la vendita degli immobili di via Pantano 17, via Lanzone 47, gli immobili all’interno della cerchia dei Bastioni sui quali non c’è l’opzione di ribasso per gli affittuari, via Cicco Simonetta, via Cesariano e Corso XXII Marzo.
Problematica resta infine la situazione degli appartamenti di via De Roberto a Quarto Oggiaro, e di Santa Maria del Suffragio, inclusi nel portafoglio del Fondo I. Molti degli affittuari attualmente residenti non rispondono ai solleciti del Comune a scegliere tra le diverse opzioni previste dal Fondo: acquistare al 30% del valore dell’immobile, restare in usufrutto (opzione riservata agli ultrasessantacinquenni), ottenere un contratto a canone moderato (consentito qualora il reddito familiare non superi il limite previsto dalla legislazione).
Per le famiglie che rientrino nella categoria dei “casi sociali” il Comune dovrà farsi carico di trovare alloggi alternativi. Questione non da poco, considerata l’endemica e insaziabile fame di case popolari a Milano.
Giulia Cusumano