Il Comune lavora ad un piano per recuperare gli alloggi sfitti

Poi mette le mani avanti: “siamo solo all'inizio, quasi allo stato embrionale”, per far capire che l'idea, se andrà in porto, avrà comunque un percorso molto lungo.
È già stato avviato un tavolo con le associazioni dei costruttori Assimpredil, Ance e con alcune cooperative, ma, appunto, il percorso sarà lungo, soprattutto perché c'è da superare lo scoglio del valore patrimoniale degli immobili: ovvero quanto gli appartamenti valgono a prezzo di mercato, dunque per i conti di imprese e banche, valore che calerebbe se gli stessi immobili venissero concessi a prezzi ridotti.
Intanto, gli uffici del Comune stanno lavorando ad un progetto analogo, relativo però a quegli immobili, anche di privati, che sono completamente inutilizzati o addirittura in stato d'abbandono.
L'iniziativa era partita anche dai consiglieri, che in due differenti mozioni (una a firma di alcuni rappresentanti Pd, l'altra di Mattia Calise del Movimento 5 stelle) hanno proposto l'adesione di Palazzo Marino alla campagna di Salviamo il Paesaggio (campagna che avevamo presentato proprio a Chiamamilano) per il censimento degli edifici che rimangono vuoti nei diversi Comuni. In questo caso l'intento è specificamente di carattere ambientale, perché si vuole puntare allo sviluppo di piani edilizi a consumo di suolo zero, ristrutturando appunto il patrimonio inutilizzato o calcolando le nuove cubature in riferimento a questi edifici.
Su questo punto l'Amministrazione ha già iniziato il lavoro, con un primo censimento degli immobili. “Finora ne sono stati catalogati 230, catalogati per zona di decentramento e secondo possibilità di utilizzo del suolo previste dal Pgt, e la risposta dei proprietari è stata positiva”, ha fatto sapere l'Assessore: la maggior parte di essi ha infatti chiesto un appuntamento con gli uffici per esplorare le possibilità di riutilizzo degli immobili.
Dopo questo primo sondaggio del patrimonio esistente, senza dubbio necessario, per il Comune si porrà però la questione del riutilizzo del patrimonio stesso. Una priorità che è stata sottolineata sia dai consiglieri leghisti che dal Pd: “non vorremmo che ci si limiti ad un provvedimento simbolico”, ha ammonito Carmela Rozza. Anche in questo caso, dunque, l'obiettivo sarà quello di far incontrare
il fabbisogno abitativo con gli appartamenti sfitti, partendo dalla considerazione che un loro migliore utilizzo andrebbe a vantaggi degli stessi privati.
Anche qui, però, si prevedono tempi lunghi. Sia perché i proprietari non hanno comunque nessun obbligo nella gestione degli immobili inutilizzati, se non quello di metterli in sicurezza qualora sia necessario. Sia perché, come sostengono in molti, servirebbe una legge sulla rottamazione degli immobili, che incentivi l'abbattimento di quella parte del patrimonio edilizio ormai inutilizzabile.
Per l'assessore De Cesaris, le regole del Pgt attuale sono chiare, e consentono di imporre vincoli precisi ai privati. Per la rottamazione, però, si attende una legge da Regione Lombardia.
Claudio Urbano