I dati del Comune e la fotografia dell'Ismu sui migranti accolti a Milano e in Italia negli ultimi 24 mesi
Non danno certo la dimensione di cosa sia l'emergenza profughi, perché i numeri sono solo la piccolissima parte di ciò che serve a inquadrare un fenomeno, ma sono utili per cominciare a capire e a dare delle dimensioni a qualcosa che ci tocca tutti molto da vicino. 84.500 persone sono quelle a cui, dal 18 ottobre 2013 ad oggi, Milano ha offerto assistenza e ricovero: di questi, che per il 62,2% sono di provenienza siriana e per il 27,7% eritrea, 16.700 sono bambini. Sono arrivati a famiglie intere o dimezzate, spesso soli, in fuga dalla guerra e dalle sue miserie, in fuga più in generale da una violenza non più tollerata. |
Nella nostra città i migranti sono stati tutti ospitati nelle diverse strutture allestite dal Comune insieme con Cooperativa Farsi Prossimo, Fondazione Progetto Arca, City Angels, Casa della Carità, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Fratelli di San Francesco e con il supporto di Save the Children, Albero della Vita, Protezione Civile comunale, Polizia Locale, Asl Milano, Medici Volontari, Società Italiana Pediatri e il Gruppo dei Volontari della Stazione Centrale.
Arrivati e presto ripartiti: tutti gli 84.500 profughi infatti, fatta eccezione per 656 richiedenti asilo, sono ripartiti per raggiungere familiari e parenti in altri paesi d’Europa, Svezia e Germania in testa. Un vero e proprio esodo che, solo in questa ultima settimana ha portato a Milano 1.300 persone.
“Milano ha reagito all’emergenza profughi - così hanno commentato i dati gli assessori alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e alla Sicurezza e Coesione sociale Marco Granelli - dimostrando di essere una città accogliente e civile, che non ha sigillato treni, costruito muri o chiuso le porte a persone bisognose di soccorso, umanità e rispetto. Fin dall’inizio, con le prime famiglie raccolte al mezzanino della Stazione Centrale, la comunità milanese si è mobilitata mettendo insieme le sue forze migliori. Comune, Caritas Ambrosiana, Privato Sociale, Volontariato e successivamente Prefettura, Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni e Genio Militare hanno collaborato all’allestimento di strutture adeguate e dignitose. Nel giro di un anno - proseguono gli assessori Majorino e Granelli - abbiamo ottenuto la riapertura dell’ex-Cie come Centro di accoglienza temporanea, l’apertura del Cara da mesi chiuso e in attesa di essere utilizzato, il recupero e reimpiego di due grandi locali presso la Stazione Centrale, uno dei quali diventato l’hub per la registrazione degli arrivi, con un’area di accoglienza per i bambini e l’ambulatorio medico gestito dalla Asl, anche questo chiesto da mesi. Di fronte a tutto questo - sottolineano gli assessori - il primo sincero riconoscimento va alla nostra città che ha saputo accompagnare con generosità e vicinanza il transito di questi profughi, a volte sopportando situazioni difficili specialmente in alcuni quartieri come Porta Venezia e Quarto Oggiaro. Il secondo grande 'grazie' va a tutti gli operatori, del Comune e del Privato sociale e ai volontari, che instancabilmente, con impegno e professionalità, hanno assistito e continuano ad assistere chi ha più bisogno”.
Per completare il quadro nazionale, tra le 100 città d’Italia più popolose, i comuni che ospitavano il maggior numero di migranti in valori assoluti sono, come si diceva prima, Roma con 4.773 stranieri accolti (più ulteriori 222 posti Sprar assegnati in generale in provincia), seguita da Catania (3.303), Milano, Bari (1.328), Bologna (908), Torino (814), Caltanissetta e Foggia (entrambi i comuni con 766 migranti accolti, ma Caltanissetta ha altri 50 migranti in rete Sprar assegnati in generale all’intera provincia), Marsala (761) e Bolzano (727).