“Arte sotto Milano”: l’opera di una giovane artista da oggi è visibile alla fermata Dergano della linea gialla
Nel mezzo del cammin di nostra… metropolitana, mi ritrovai una “selva elettrica”: si potrebbe descrivere così, parafrasando Dante, la nuova scultura che da ieri tutti i passeggeri della linea 3 della metropolitana milanese incontreranno entrando/uscendo dalla stazione Dergano. La posa è avvenuta mercoledì mattina, e si tratta della scultura vincitrice del concorso “Progetti di scultura per Metropolitana Milanese”, nell’ambito dell’iniziativa Arte sotto Milano, che dal 2011 coinvolge l’Accademia di Brera e MM. L’opera in questione, che vedete qui a fianco in foto e che s’intitola “Selva elettrica” è stata ideata da Alessia Di Nunzio, e salutata con molto gaudio dall’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran come “la prima opera di una donna, oltretutto molto giovane, nel metrò di Milano”.
E a guardarla bene, quest’opera offre diversi spunti di riflessione sul senso dell’arte contemporanea, che spesso, portata fuori dal suo (teoricamente) contesto naturale, ovvero musei ed esposizioni, tende a perdere a volte la riconoscibilità di opera d’arte. O è forse proprio questo il suo scopo, essendo, nel caso specifico, concepita apposta per la location in cui poi risiederà? Questo groviglio di cavi e canaline elettriche che sembra fuoriuscire dal soffitto della galleria e che “rappresenta un groviglio di tubi simbolo del collegamento tra il sotto e il sopra della città”, verrà riconosciuta in quanto opera d’arte o ingannerà i passanti che penseranno a un “guasto”o dei lavori in corso nel tessuto elettrico della metro? E se le ingannerà, sarà stato voluto e avrà raggiunto il suo scopo, ovvero portare alla luce quello che sta sotto il mondo metropolitano già di suo sotterraneo, elevando quindi al quadrato il concetto di underground? Forse però uno dei tratti distintivi dell’arte contemporanea è di non avere scopo che non sia la provocazione, come testimonia il celebre "orinatoio" di Marcel Duchamp, peraltro risalente al 1917 ovvero quasi cento anni fa. Ma non è questa le sede per chiedersi quanta e quale strada abbia fatto l’arte contemporanea nell’ultimo secolo, bensì di suggerire solo qualche spunto di riflessione. Perchè il fatto che un’opera faccia insorgere domande nello spettatore è forse già di suo una vittoria: con uno scopo o meno, fuori o dentro un museo, con o senza un’identità riconoscibile, forse l’unico vero obiettivo dell’arte contemporanea è suscitare interrogativi in chi la guarda (se la riconosce, e la guarda, ma qui si torna al punto di partenza).
L’iniziativa, che segue il progetto didattico di Arte sotto Milano ad opera di Accademia di Brera e Metropolitana Milanese, non finisce qui: da parte del Comune di Milano c’è un forte interessamento nel valorizzare un luogo di passaggio, quello della metropolitana, molte volte trascurato e lasciato “vuoto”, e come ha dichiarato il Direttore Generale di MM “l’opera di Alessia Di Nunzio non rimarrà un episodio isolato perché siamo convinti che dare un sostegno alla creatività giovanile, come in questo caso, arricchisca Milano”.
A.Pozzi
L’iniziativa, che segue il progetto didattico di Arte sotto Milano ad opera di Accademia di Brera e Metropolitana Milanese, non finisce qui: da parte del Comune di Milano c’è un forte interessamento nel valorizzare un luogo di passaggio, quello della metropolitana, molte volte trascurato e lasciato “vuoto”, e come ha dichiarato il Direttore Generale di MM “l’opera di Alessia Di Nunzio non rimarrà un episodio isolato perché siamo convinti che dare un sostegno alla creatività giovanile, come in questo caso, arricchisca Milano”.
A.Pozzi
