C’è tempo solo fino al 30 settembre per firmare il referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale

Liste bloccate: oggi gli elettori non possono scegliere i propri candidati, stabiliti dai vertici di partito. Questo non solo mortifica il cittadino nel suo diritto di decidere da chi farsi rappresentare, ma pone gli eletti in una condizione di subordinazione rispetto al Governo e al Presidente del Consiglio.
Premio di maggioranza: l’attribuzione del 55% dei seggi alla lista che ottiene più voti implica la creazione di coalizioni troppo ampie ed eterogenee, che finiscono inevitabilmente per disgregarsi al loro interno compromettendo la stabilità del Governo. La situazione è aggravata dal doppio metodo di attribuzione dei seggi; alla Camera vale il conteggio dei voti su base nazionale, mentre al Senato i calcoli si fanno Regione per Regione, in base all’ampiezza della Circoscrizione.
Soglia di sbarramento al 2%: alla Camera permette un’ulteriore frammentazione dei partiti riuniti in una coalizione, rendendo ancora più complessa l’”offerta” politica e agevolando la creazione di tanti-troppi-“micro partiti” difficilmente distinguibili tra loro. Al Senato la soglia per singolo partito all’interno di una coalizione è del 3%.
Obbligo di indicazione del candidato Premier: rischia di influenzare la decisione del Presidente della Repubblica, che dovrebbe decidere autonomamente la designazione del Presidente del Consiglio.
Due i quesiti a cui dire “sì”, essendo il referendum abrogativo. Entrambi puntano in sostanza alla cancellazione delle norme vigenti circa l’elezione di Camera e Senato. Con la vittoria dei “sì” si tornerebbe in sostanza alla Legge Mattarellum (dal suo relatore Sergio Mattarella), con il rafforzamento del sistema bipolare. La legge prevede un sistema elettorale misto, con l’attribuzione del 75% dei seggi con il sistema maggioritario e del restante 25% con metodo proporzionale. Viene eletto il 75% dei deputati e dei senatori più votati all’interno dei diversi collegi uninominali (“frazioni” in cui viene diviso il territorio nazionale), mentre il restante 25% dei seggi viene assegnato tramite il recupero proporzionale su base regionale dei più votati non eletti per il Senato e un sistema proporzionale con liste bloccate di sbarramento del 4% alla Camera. Se al referendum vincesse il “sì” gli eletti non sarebbero più nominati dai vertici di partito ma dai cittadini attraverso la preferenza unica. Il referendum, messo in moto da forze trasversali partitiche e non (tra i promotori più attivi http://www.firmovotoscelgo.it/ e http://www.referendumleggeelettorale.it/ ), ha già raccolto molte adesioni.
A Milano il Comune ha messo a disposizione dei cittadini gli uffici dell’Anagrafe di via Larga 12 (dalle 8.30 alle 15.30 dal lunedì al venerdì) e tutte le sedi dei consigli di Zona. “È importante dare informazione ai cittadini di questa opportunità, visto che spesso la difficoltà di raccogliere le firme da parte dei promotori nasce anche dalla scarsa diffusione della notizia che i Comuni sono tenuti a offrire questo servizio”, ha sottolineato l’Assessore ai Servizi civici Daniela Benelli. Altri gazebi sono in via di allestimento. E' possibile consultare la mappa, in continuo aggiornamento, qui
Ricordate: c’è tempo solo fino al 30 settembre.
Giulia Cusumano