Dedicato a Luciana Cella Guffanti il Parco delle Favole di Affori: lo inaugurarono nel 1976
| Per fare una città servono molte cose. Servono strade, grandi e piccole, che portino alle case, alle scuole e ai palazzi importanti, servono marciapiedi per camminarci sopra, servono le ciclabili con biciclette che sfrecciano e bambini che magari hanno lasciato le rotelle da poco. Per fare una città servono i parchi, con grandi alberi che ci avvertano del passare delle stagioni, e fontanelle, e panchine per fermarsi a pensare, e scivoli e altalene, e prati per i cani. Servono molte cose per fare una città, soprattutto servono persone capaci di vedere queste cose, laddove ancora non ci sono. Luciana Cella Guffanti è stata una di queste persone, ha saputo vedere un parco pubblico in uno spazio che era solo una cava di sabbia, e ha saputo lottare per crearlo, e per difenderlo quando era a rischio. |
Luciana se n’è andata nel 2016, ma la testimonianza di ciò che ha lasciato si è vista molto bene durante la cerimonia di sabato: non solo un parco, ma il senso di una comunità. Il senso di partecipare a una comunità, volere qualcosa per una comunità, combattere con gli altri per avere questo qualcosa, prendersene cura. Erano presenti il vicesindaco Anna Scavuzzo, il figlio di Luciana Stefano Guffanti, molti membri dell’Associazione Amici del Parco, l’avvocato Felice Carlo Besostri, Luigi Ripamonti, i funzionari comunali che hanno reso possibile l’intitolazione, il parroco, il presidente del Municipio 9 Giuseppe Lardieri, ma soprattutto tanti cittadini, residenti di zona, persone che hanno avuto occasione di conoscere Luciana e le sue azioni pubbliche - come la sottoscritta-, persone che vivono il parco e ne sentono l’eredità.
Per fare una città servono molte cose. Servono le visioni dei singoli e la forza delle comunità. Servono persone ottimiste e caratteri instancabili. Servono i sogni, il coraggio di farli accadere e di battersi per essi senza condizioni.
Da oggi, all’ingresso del parco, c’è questa targa: “Parco delle Favole voluto da Luciana Cella Guffanti”.
Ma non solo, non c’è solo una targa, c’è tutta la sua eredità di impegno civile, e un grande esempio per tutti quelli che hanno dei sogni non solo per se stessi ma per gli altri.
Antiniska Pozzi