Il TAR sospende l'ordinanza del Comune che limitava l'orario d'apertura delle sale slot

La limitazione degli orari di apertura delle sale e del funzionamento delle slot nei pubblici esercizi era stato studiata proprio per evitare il più possibile l'accesso al gioco d'azzardo.
L'ultimo atto, almeno per il momento, della battaglia è infatti la sentenza del Tar della Lombardia che il 29 ottobre ha sospeso l'ultima ordinanza del Comune, contro la quale era stato presentato ricorso da un'agenzia della SIsal.
Secondo i giudici amministrativi il provvedimento di Palazzo Marino arrecherebbe un danno alle imprese senza un motivato interesse pubblico. Forse al Tribunale amministrativo lombardo non hanno avuto modo di reperire gli ultimi dati sulla crescita esponenziale delle ludopatie a Milano. Ormai il Sert della ASL 1 ha una sezione apposita dedicata a coloro che chiedono aiuto per guarire dal gioco compulsivo -quelli che ne sono affetti ma che non arrivano a chiedere aiuto alle strutture sanitarie sono molti di più- e i "tossicodipendenti" da gioco d'azzardo in cura sono quasi quanto quelli da stupefacenti.
Nel duello tra Comune e operatori del gioco d'azzardo si sprecano però contraddizioni e paradossi. Solo pochi giorni fa su un'altro ricorso presentato contro un provvedimento di revoca di una licenza edilizia per una nuova sala slot, lo stesso Tar aveva decretato che la tutela della salute prevale rispetto all'interesse economico dei gestori.
Palazzo Marino ha annunciato che ricorrerà al Consiglio di stato.
Ma in assenza di una legislazione nazionale in materia che sancisca il primato della salute sul business dell'azzardo, che vale circa 90 miliardi di euro e che porta nelle casse dello Stato oltre 8 miliardi all'anno, la battaglia è destinata a continuare.
Ettore Pareti