Il Comune individua tre aree da destinare a luoghi di culto. Sarà la volta buona per le moschee a Milano

Ufficialmente i documenti del Comune che sono arrivati martedì in Commissione urbanistica non parlano di moschee ma individuano tre aree (1490 metri quadrati in via Esterle, 5000 metri quadrati in via Sant'Elia accanto al fu Palasharp e 3400 metri quadrati in via Marignano) da destinare, tramite bando, a luoghi di culto.
E' probabile che due delle tre aree selezionate, quella di via Sant'Elia e quella di via Esterle possano essere destinate al culto islamico. Del resto la prima è stata la sede provvisoria della preghiera del Coordinamento delle associazioni islamiche (la realtà che fa riferimento alla "moschea" di viale Jenner), mentre la seconda sorge a pochi passi dalla Casa della cultura islamica di via Padova.
Come per un prevedibilissimo riflesso pavloviano è insorta l'opposizione di centrodestra. Non sazia di aver utilizzato per oltre un quindicennio, quando era al governo della città, la "minaccia moschea" come tassello della politica della paura, ha annunciato mobilitazioni e raccolta di firme.
Per la Lega, fintamente ignara della galassia di cantine, garage, officine dismesse convertite a moschee improvvisate, la parola d'ordine è addirittura "Non c'è spazio per nessuna moschea a Milano!".
Difficile ipotizzare i tempi di un percorso tanto necessario quanto complicato e quindi pensare che questa possa essere davvero la volta buona per un passo di civiltà in una città che conta circa 80.000 residenti provenienti da paesi musulmani, senza contare gli italiani di fede islamica.
E. P.