Con una raccolta firme ed un corteo colorato gli abitanti chiedono interventi immediati per il quartiere

Anzani racconta con orgoglio delle attività del laboratorio di quartiere, tutte portate avanti su base volontaria dai cittadini. In effetti il laboratorio richiama solo nel nome quelli presenti negli altri quartieri popolari, che sono gestiti da Aler. Ma qui l'iniziativa delle istituzioni non è mai arrivata, e dunque, di fronte al problema della casa, con le nostre attività (tra queste il progetto di etnografia partecipata che abbiamo raccontato qualche mese fa) “è come se raccogliessimo la sabbia del mare col cucchiaino”, denuncia Anzani.
Sabato sarà dunque il giorno in cui un grande drago, costruito dagli stessi abitanti, percorrerà le vie del Giambellino partendo alle 16,30 da via Odazio, dove si trovano la biblioteca comunale e, appunto, la Casetta verde, centro delle attività sociali della zona. Sarà una sorta di festa per 'celebrare' l'obiettivo raggiunto della raccolta firme, e portare nuovamente a conoscenza tutti i cittadini delle richieste rivolte alle istituzioni: assegnare al più presto tutti gli alloggi agibili, affidando all'autorecupero degli abitanti quelli non agibili attraverso lo sconto del canone in locazione; istituire una commissione partecipata dalle organizzazioni del territorio per valutare caso per caso le situazioni dei cittadini morosi o privi di contratto; poi, ovviamente, pensare ad un piano di manutenzione straordinaria per il quartiere.
Queste le richieste dei cittadini, alle quali si aggiunge quella maggiormente carica di valore simbolico: gli abitanti chiedono di mettere la parola fine sui progetti di abbattimento di alcuni immobili pensati negli anni scorsi come il primo passo di riqualificazione della zona, prospettive che secondo gli abitanti non fanno altro che alimentare il clima di rassegnazione nel quartiere.
La questione è effettivamente sul tavolo. A molti le condizioni degli stabili sembrano talmente compromesse e gli interventi di ristrutturazione talmente numerosi e complicati da fare 'pezzo per pezzo' da vedere nell'abbattimento di alcuni di questi la soluzione più percorribile. Un piano per rinnovare completamente il quartiere esiste in effetti ormai dal 2010, ed è proprio al suo interno che si parla dell'abbattimento di 1200 alloggi. Basato sull'incremento volumetrico della zona del 30% e sulla valorizzazione degli immobili grazie all'arrivo della linea della M4 in piazza Tirana, il progetto è però fermo fermo nei cassetti dell'Aler da anni. Del resto l'impegno finanziario complessivo sarebbe di oltre 300 milioni. Soldi che non ci sono e non ci saranno, ha osservato sempre il consigliere Gentili. Quindi nessun abbattimento all'orizzonte.
Per ora, però, gli edifici del quartiere non vedono neanche gli interventi di manutenzione, ordinaria o straordinaria che sia. Per questo i cittadini presenteranno le firme raccolte, e inviteranno gli Assessori alla Casa competenti, Daniela Benelli per il Comune e Paola Bulbarelli per la Regione, in un incontro pubblico nelle prossime settimane, chiedendo che assumano impegni concreti.
C. Urbano