Si complica ancor più l’intricata vicenda dei derivati sottoscritti dal Comune. Intanto il Gip dispone il sequestro di 500 milioni di euro delle banche coinvolte

Dopo mesi di indagini l’affaire derivati è giunto ad un punto di svolta, con il sequestro preventivo di quasi 500 milioni agli istituti bancari con cui il Comune ha stipulato i fatidici contratti.
È la prima volta che la magistratura per un caso simile dispone un provvedimento così drastico nei confronti di istituti finanziari.
L’accusa per le quattro banche è duplice: non solo avrebbero raggirato alcuni funzionari pubblici approfittando della loro incompetenza per far firmare loro i documenti, ma avrebbero anche rinegoziato illegalmente il bond iniziale omettendo l’esistenza del derivato già in essere dal 2002 con Unicredit. La legge impone infatti che al momento della stipula di un contratto le due parti non abbiano debiti pregressi.
Sotto la lente della magistratura ci sono oltre alle quattro banche 12 manager e due ex dirigenti comunali; Giorgio Porta, ex direttore generale e Mauro Mauri, ex consulente economico di Albertini incaricato di valutare le condizioni finali del prestito obbligazionario per la ristrutturazione del debito nel 2005. L’accusa per loro è di aver certificato il falso in relazione alla convenienza economica del contratto.
Emblematico di quanto la situazione sia state gestita con approssimazione e superficialità è la dichiarazione in tribunale di Elfo Butti, ex Direttore Centrale Finanza, Patrimonio e Bilancio del Comune tra i firmatari dei contratti di derivati con le banche: "Per quanto mi concerne direttamente affermo che non sono affatto un esperto in operazioni in strumenti derivati. Non ho mai trattato questa materia e non sarei in grado di farlo tuttora. Non sono in grado di interloquire in lingua inglese dal momento che le mie conoscenze al riguardo risalgono ai tempi della scuola".
Il gruppo consiliare del PD ( ascolta l’intervista a Corridore) intanto torna alla carica chiedendo che il Comune si costituisca parte civile nel processo come aveva assicurato tempo fa, anche e soprattutto ora che dalle indagini emerge una complicità di funzionari pubblici.
Sollecita inoltre il Sindaco perché risponda alla richiesta di autotutela amministrativa inoltrata tre mesi fa che cancellerebbe l’operazione del 2007 in cui sono concentrati i debiti accumulati. L’Assessore Beretta però esclude l’esistenza di questa possibilità, sostenendo che non ci sono gli elementi giuridici per farlo e prevedendo piuttosto un accordo con le banche.
Si attendono gli sviluppi del giallo con la stessa apprensione con cui si attende il ritorno del bel tempo in città.
G.C.