Sempre più positivi i dati sulle due ruote. Ma resta qualche dubbio sugli investimenti

In questo caso non si può fare a meno di notare come il servizio piaccia sempre di più mano a mano che cresce la sua capillarità. Anche il numero delle stazioni di prelievo delle biciclette è infatti più che raddoppiato dall'inizio del servizio. Nel 2009 si è arrivati alle cento rastrelliere installate in città, mentre oggi è stato quasi raggiunto l'obiettivo dei 180 stalli, coprendo anche molti punti all'interno della cerchia filoviaria.
Siamo ancora lontani dal traguardo delle 200 postazioni, che la giunta Pisapia si era prefissato addirittura per il 2011, ma qui il problema sta tutto nel reperire i fondi. Ogni postazione costa 50.000 euro al Comune, ma il costo del servizio (circa 7-8 milioni l'anno), oltre che dagli abbonati, è pagato dalla società Clear Channel, attraverso gli spazi pubblicitari che questa affitta in città. Clear Channel ha un contratto per gestire il servizio fino al 2023, ma col calo del mercato pubblicitario il servizio non può certo estendersi, a meno che i soldi non li metta Palazzo Marino, che nel 2012 ha contribuito con tre milioni dai ricavi di Area C.
Continuando sul filone dei costi, l'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, si è preoccupato di fugare ogni dubbio sul fatto che, in un momento di bilancio così difficile, la “mobilità dolce” abbia tolto i soldi ad esigenze ben più pressanti, come quelle delle politiche sociali. Per le piste ciclabili, nel 2012 sono stati stanziati 20 milioni: 8 di contributi del Ministero dell'Ambiente, gli altri sono stati ricavati dai fondi per lo svincolo della Paullese sull'area di Santa Giulia, progetto ancora fermo per la bonifica delle aree.
Soldi che sono serviti tutti per la rete di piste ciclabili. Sempre Maran ha assicurato che dal 2014 si vedranno i risultati, come la pista Medaglie d'Oro – Corvetto – Chiaravalle, o come il reticolo di piste che dovrà collegare il quadrante a est della città, chiudendo il triangolo tra piazzale Susa, piazzale Piola-Loreto e la direttrice di corso Buenos Aires fino a San Babila. Più avanti non si andrà, ha spiegato Maran, perché non ha senso stanziare altri fondi per opere che non saranno pronte in tempo per l'Expo.
Interventi, questi, che non esauriscono certo i 93 chilometri di piste ciclabili già progettate, e che dunque lasciano aperta la domanda sull'effettiva efficacia delle politiche di progettazione urbanistica a favore delle biciclette, e in particolare delle piste ciclabili, visto che i soldi comunque scarseggiano e, come si sa, ricavare spazio per le strade riservate alle due ruote è comunque molto difficile.
Lasciando da parte la polemica tra maggioranza e opposizione sul valore sociale degli interventi per la mobilità, come ha sostenuto Patrizia Quartieri di Sel, o sull'opportunità di fermare gli interventi in tempo di crisi, come ribattono dal Pdl, restano sul piatto tutte le altre indicazioni 'salvaciclisti'. Puntare all'educazione degli automobilisti, ma soprattutto dei ciclisti al rispetto del codice della strada, e risolvere il problema più complesso, quello dei furti. A breve arriverà un'applicazione per segnalare i rottami delle biciclette abbandonati, ma per un sistema che favorisca l'installazione di un chip antifurto all'interno del telaio, ha spiegato sempre Maran, ci vorrà ancora del tempo.
Claudio Urbano