Col testo presentato in Consiglio sono tre le delibere dedicate al tema. Col rischio che il dibattito si incarti

Di fatto, però, seguendo la strada già intrapresa da altri Comuni, anche l'Amministrazione milanese aveva messo nero su bianco nei mesi scorsi la volontà di attivare un registro per le “dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario” (...)
Anche se con provvedimenti che, appunto, non hanno piena valenza legislativa.
Del registro sul 'fine vita' si è tornati a parlare questa settimana in Consiglio comunale, con la proposta di deliberazione depositata dalla presidente della Commissione Affari costituzionali Marilisa D'Amico e la capogruppo di Sel Patrizia Quartieri. Un iter che riprende dopo lo stop deciso nella maggioranza alla fine dell'anno scorso, per non rischiare contrasti interni tra la componente cattolica e quella laica prima delle elezioni. Ora, con una sollecitudine che ha spiazzato molti, la proposta riprende il suo percorso. Con l'obiettivo di arrivare a discuterne in Consiglio prima o dopo l'estate, hanno chiarito D'Amico e Quartieri.
Per ora nella maggioranza si è espresso solo chi è chiaramente favorevole alla misura, sostenendo che il registro costituirebbe uno strumento per il sostanziale ampliamento delle possibilità di autodeteminazione dell'individuo sancito nella Costituzione, in attesa che sul tema venga colmato il vuoto della normativa nazionale.
Una battuta di Andrea Fanzago, che solitamente esprime il punto di vista dei cattolici del Pd, fa capire però che il dibattito è più ampio di quanto non appaia in aula. “Non possiamo approvarne tre”, chiosa, con riferimento alle due delibere di iniziativa popolare che hanno già iniziato il proprio iter. Come a dire, non mettiamo troppa carne al fuoco. Lo stesso ragionamento, anche se evidentemente con motivazioni differenti, lo fa radicale Marco Cappato, che difende la priorità dell'iter delle due delibere presentate dai comitati “Io Scelgo” e “Radicalmente nuova”, proprio sul testamento biologico, che, dopo aver raccolto le 5000 firme previste e dopo aver superato l'approvazione del Collegio dei Garanti, sono ora all'esame dei Consigli di Zona, per un parere preventivo, prima di arrivare in Consiglio comunale.
Va detto che il testo preparato dalle consigliere Quartieri e D'Amico ricalca quanto già anticipato nel Piano del welfare approvato in autunno, dove si prevede che il registro possa contenere, oltre alla manifestazione della volontà sul trattamento terapeutico in caso di definitivo stato di incoscienza, anche l'espressione della volontà del paziente sull'eventuale donazione degli organi oltre che sulle modalità di cremazione o inumazione. Elementi, questi, non compresi nelle delibere popolari.
Tutte le delibere, comunque, riguardano principalmente la modalità di raccolta e conservazione delle dichiarazioni dei cittadini, mentre demandano alla Giunta l'adozione dei provvedimenti attuativi e delle modalità operative. Lo stesso Piano del welfare prevede peraltro che la Carta dei diritti del cittadino, tra i quali verrebbe compreso anche quello sulla dichiarazione anticipata di trattamento, venga stilata da una commissione di saggi, esperti del mondo medico-scientifico, e che possa essere la base per un confronto aperto.
Sembra corrispondere proprio a questa logica la richiesta del consigliere Pdl Matteo Forte di anticipare l'esame della (o delle) delibere ad un più ampio dibattito per approfondire la materia, coinvolgendo anche esperti da audire in Consiglio.
Claudio Urbano