Milano Ristorazione fa il punto sui menù scolastici: ancora troppi scarti, qual è la giusta ricetta?

E proprio sugli sprechi arrivano i (tristi) dati portati dal presidente di Milano Ristorazione Gabriella Iacono, ricavati da un’indagine effettuata nelle ultime tre settimane (5-23 marzo) su 1000 bambini provenienti da 10 classi di 10 diverse scuole primarie di Milano, tramite metodo di pesatura delle bilance: in sole tre settimane sono state raccolti 2000 kg di scarti, il che significa che stimati sull’intera città, nelle scuole di Milano vengono sprecate 143 tonnellate di cibo.
“Uno spreco alimentare che non è da imputare solo alla qualità o alla tipologia dei cibi ma anche alla quantità di alimenti forniti” ha spiegato la Iacono, illustrando come spesso i bambini tendano a fare bis o tris dei primi piatti rifiutando poi parzialmente i secondi in quanto già sazi.
Per quanto riguarda il dettaglio del gradimento sulle singole pietanze, in generale i primi sono totalmente accettati, con la seguente classifica dal più al meno gradito: pasta al pesto, ravioli di magro, pasta al pomodoro, gnocchi e risotto; ultimi posti per minestre d’orzo, pasta con lenticchie e pasta con crema di carciofi.
Quasi totalmente accettati anche carne e formaggi (eccezion fatta per il caprino), mentre parzialmente rifiutate le frittate e il pesce (quasi totalmente rifiutato il merluzzo gratinato). Note dolenti sulle verdure, che vengono accettate crude a tronchetto (carote e finocchi) mentre rifiutate molto spesso quando cotte.
Parziale accettazione anche sulla frutta, che i bambini sembrano non essere abituati a mangiare, mentre totale accettazione del pane che ovviamente va a “coprire i buchi”. Se non altro, su frutta e pane c’è almeno la possibilità di donare le eccedenze alimentari, laddove le singole scuole siano disponibili a farlo.
Le percentuali finali sul totale del menù sono le seguenti: 29% totalmente accettato, 62% parzialmente accettato, 9% parzialmente rifiutato, 0% totalmente rifiutato.
“Siamo abbastanza soddisfatti ma vorremmo fare di più, per quanto riguarda il gradimento” ha concluso la Iacono, mentre è evidente quanto ci sia ancora da fare in termini di gestione degli sprechi.
E’ "un servizio che deve cambiare come sta cambiando l’intera città, diventando una 'città mondo' dove va tutto ripensato con modalità diverse" per dirla col Vicesindaco Guida.
Sul rapporto tra cibo e bambini, tutti gli esperti intervenuti, in misura e modalità diverse, sono concordi sull’importanza di ascoltare le necessità fisiologiche del bambino, che tendenzialmente sa autoregolarsi, e sull’utilità di renderlo partecipe nei processi di preparazione del cibo: “non si può fare una buona alimentazione a scuola se non si fa contemporaneamente un’azione di contesto a casa” ha dichiarato il Dott. Berrino “perché i bambini in fondo mangiano quello che mangiano i genitori”.
A.Pozzi