Dal degrado al cambio di destinazione d’uso: le sorti di una scuola a Baggio in stato di abbandono da oltre tre anni

Siamo nel quartiere Baggio, tra via Cabella e via Val Cannobina. Fino a tre anni e mezzo fa gli studenti c’erano e la scuola era gestita dalla Provincia. Poi le classi elementari sono state trasferite nel quartiere Olmi ed il palazzo è tornato libero al suo legittimo proprietario, cioè il Comune.
Sembra però che il proprietario non si sia accorto dell’avvenuta riconsegna dell’”oggetto dato in prestito”: l’edificio è rimasto lì, abbandonato e inutilizzato.
Ma il Pd non si arrende, il circolo “Enzo Biagi” ha raccolto 760 firme nel quartiere che verranno inviate nei prossimi giorni a Sindaco e Assessore come memorandum della situazione.
”E’ uno stabile vecchio, risale agli anni 60, probabilmente è in parte costruito in amianto e necessita di importanti lavori di ristrutturazione- continua Pantaleo- Capisco ci vogliano risorse, ma non si può continuare a rimandare: vicino c’è una scuola materna appena rimessa a nuovo e diversi agglomerati familiari. Il degrado non è solo una questione estetica ma anche di sicurezza. Inoltre il Consiglio di Zona non ha alcuna notizia sulle intenzioni del comune. Il 7 novembre abbiamo presentato un’interrogazione che non ha ricevuto alcuna risposta”.
Che ne sarà dunque di questa proprietà?
Dallo staff dell’Assessore Moioli non è stato possibile ricevere informazioni, mentre dal settore Casa e Demanio è arrivata una risposta che apre un nuovo scenario per le sorti dell’edificio.
Il “facilità manager” del Comune, addetto alla distribuzione degli stabili tra le varie destinazioni d’uso, ha stabilito che un eventuale ristrutturazione del palazzo sarebbe troppo onerosa per l’amministrazione. Si è pensato dunque di cambiarne destinazione d’uso e di inserire l’edificio nel secondo Fondo immobiliare del Comune.
Questo fondo, come il primo istituito nel 2007, comprende immobili che rendono meno cassa all’amministrazione e che al contempo hanno una struttura di costi fissi di mantenimento molto alta. Il Comune attraverso il fondo ottiene finanziamenti da privati che investono nella loro ristrutturazione e valorizzazione, cui segue una vendita a prezzo maggiorato ed una conseguente suddivisione dei profitti.
In poche parole, il Comune si libera della patata bollente e cede al Fondo l’onere di risolvere la faccenda.
Peccato che per queste cose ci voglia del tempo, e che fino a quando non verrà stabilito un intervento di riqualificazione utile al ripristino dell’edificio la situazione di degrado sembra destinata a rimanere fuori controllo.
Giulia Cusumano