Tutto il Bilancio 2011 da discutere, la maggioranza che traballa e la data limite per approvare il PGT incombe

L’articolo ha suscitato le ire dell’Assessore Masseroli il quale, con il garbo che da sempre lo contraddistingue, lo aveva liquidato –in un intervento sul sito Affari Italiani–come ‘putt..ate’.
In otto giorni lo scenario s’è fatto se possibile ancora più fosco: la creatura cui l’Assessore all’urbanistica ha dedicato gli ultimi tre anni da un lato si trova stretta nella morsa dei tempi dettati dal dibattito del Consiglio comunale e della legge che prescrive il voto entro il 14 febbraio; dall’altra continua ad essere presa di mira dagli interessi forti che vogliono disegnare il futuro immobiliare di Milano.
Come se ciò non bastasse, l’esame del Bilancio che avrebbe dovuto partire a spron battuto a partire dal 7 gennaio batte la fiacca con appena una decina di emendamenti discussi in cinque sedute, di cui due saltate per mancanza del numero legale. Nelle intenzioni del Sindaco e dell’Assessore Masseroli del Pgt si sarebbe dovuto iniziare a discutere il 18 o il 19 gennaio. Allo stato dei fatti non una “putt..ata”, ma indubbiamente una pia illusione.
Intanto le oltre quattromila osservazioni stanno passando l’esame della Commissione edilizia, dove la maggioranza vorrebbe un mega accorpamento per arrivare ad un rapido passaggio in aula: un vero e proprio blitz che svuoterebbe il senso della partecipazione dei tanti milanesi che hanno portato il proprio contributo al dibattito politico su un provvedimento che segnerà il futuro di Milano. Secondo alcuni autorevoli pareri, e soprattutto in forza di alcune sentenze del Consiglio di Stato, la scorciatoia ipotizzata dalla Giunta non sarebbe percorribile perché lederebbe il diritto oggettivo di ogni singolo cittadino che ha presentato un’osservazione al PGT.
Sul tortuoso cammino che attende la discussione del Piano di governo del territorio si è poi materializzato un altro ostacolo e non da poco: cinquanta fittissime pagine di osservazione stilate da Ferrovie dello stato, proprietarie di un milione e trecentomila metri quadrati di scali dismessi sui quali sono previste alcune delle più importanti operazioni immobiliari prospettate dal PGT.
La scorsa primavera sugli ambiti di trasformazione urbana (ATU), in cui sono compresi gli ex scali ferroviari, era stata faticosamente raggiunta una fragile mediazione tra maggioranza e opposizione che aumentava il verde e l’edilizia sociale inizialmente previsti. Ferrovie dello stato ritiene quei nuovi parametri “insostenibili” e tali da “rendere impraticabile qualsiasi tentativo di riconversione urbanistica”. FS brandisce anche la clava degli investimenti sul trasporto: le concessioni del PGT in cambio della famosa “circle line” , che collegherebbe sui binari già esistenti –a mo’ di passante di superficie– lo scalo di San Cristoforo a sud ovest con la Bovisa a nord ovest (passando per Porta Romana e Lambiate). Con i nuovi parametri niente “circle line”, che Masseroli ha più volte vantato come conquista del suo Piano di governo del territorio.
È evidente che la matassa si ingarbuglia giorno dopo giorno, mentre il tempo si riduce. Manca un mese alla fatidica data del 14 febbraio e il PGT sembra essere più a rischio di quanto lo fosse la scorsa settimana.
Beniamino Piantieri