Piena occupazione all’ombra della Madonnina, ma la vera questione è quella della qualità del lavoro e delle retribuzioni

Milano realtà economica dinamica, con 33.710 assunzioni previste nel 2007: due ogni 10 imprese. Milano metropoli multietnica, dove un neoassunto su quattro è immigrato (quasi sempre un extracomunitario). Milano garanzia di continuità, in cui il 55,5% dei contratti è a tempo indeterminato. Milano in cui il 40% dei candidati viene avviato a selezione attraverso raccomandazione (conoscenza diretta o segnalazione di conoscenti), ma che fatica a reperire personale per tutta una serie di posizioni per mancanza delle qualifiche necessarie, sia per le posizioni di alto profilo che per quelle tecniche.
Perché, in fondo, pur rappresentando un esempio positivo nel panorama economico complessivo del Paese, anche Milano risente di un trend negativo che vede l'Italia agli ultimi posti nella classifica dei livelli retributivi nell'Unione Europea.
Lo ha detto pochi giorni fa il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, auspicando un'indispensabile inversione di rotta capace di riattivare la crescita dei consumi.
Si tratta di un semplice sillogismo: se si alzano i salari la gente torna a comprare; se la gente torna a comprare le aziende tornano a vendere e l'economia decolla.
Ma allo stato attuale, dicevamo, i livelli retributivi sono mediamente troppo bassi, e abitare in una città come Milano, in cui il costo della vita è elevato, diventa per molti una sfida all'ultimo centesimo.
A Milano di lavoro ce n'è, è vero: ma che tipo di lavoro?
Se al primo posto tra gli assunti nel mercato milanese figura il gruppo composto da dirigenti e professioni ad elevata specializzazione (40,7%), al secondo e al terzo ci sono impiegati ed operai che insieme costituiscono il 49%.
Se lo stipendio medio annuo di un dirigente può arrivare a centomila euro (indagine Assolombarda 2006), quello di un impiegato o un addetto full time dell'industria arriva a nemmeno ventimila, vale a dire, al netto, 1.100 euro mensili (per 13 mensilità).
E' cronaca recente il caso del titolare di una piccola azienda pastificia di Fano che ha voluto fare un esperimento: vivere per un mese con la paga di un suo operaio, 1000 euro al mese. Alla terza settimana però non ce l'ha fatta: è stato "come quando fai un immersione in mare e capisci che stai finendo l'ossigeno delle bombole" ha dichiarato l'imprenditore dopo aver interrotto l'esperimento e deciso un aumento di 200 euro netti ai suoi operai.
Eppure a Milano di persone che hanno dovuto imparare a centellinare e gestire "l'ossigeno delle bombole", ce ne sono a migliaia.
Di 1.100 euro mensili a Milano, 600 (ottimisticamente parlando) se ne vanno per l'affitto, altri 100 per luce, acqua e gas, telefono (stando molto attenti ai consumi). Con 30 euro ci si paga l'abbonamento ai mezzi (perché mantenere una macchina diventa proibitivo). Restano 370 euro per mangiare e vestirsi. Se poi il neoassunto avesse la necessità di mantenere una famiglia, ecco che quei 370 euro dovrebbero miracolosamente bastare per nutrire e vestire moglie e figli. Senza considerare che i 600 euro d’affitto a stento sufficienti per un monolocale diverrebbero almeno 850 per un bilocale
Poi ci sono i lavori usuranti, come l'addetto ai call center e quelli che, oltre ad essere usuranti sono anche pericolosi, come quelli nel settore delle costruzioni. Nel 2006 gli addetti totali nel settore delle costruzioni in Italia erano 1.900.000, di cui 240.000 immigrati (dati Istat). Forte l'incidenza del lavoro nero (nel 2004 incideva per il 15,9% con 69 mila unità ).
Fare il muratore per 10-12 ore al giorno, per 800 euro al mese, senza tutele previdenziali, sottoposto al ricatto dei caporali e dei mediatori (sono ricattabili anche gli immigrati regolari, che in caso di licenziamento e di un lungo periodo di disoccupazione rischiano il mancato rinnovo del permesso di soggiorno); è questa la realtà di molti immigrati che arrivano a Milano con le stesse speranze che i nostri nonni nemmeno un secolo fa riponevano nel "sogno americano".
Ma dal "sogno italiano", ahinoi, ci si sveglia presto. E con l'acqua alla gola.
qualifiche necessarie, s
Ascolta l'intervista all'assessore alle Politiche del Lavoro e dell’Occupazione Andrea Mascaretti Ascolta l'intervista a Paolo Guaitamacchi, consigliere della Camera di commercio di Milano
Giulia Cusumano