Polveri sottili ancora alle stelle, ma nessun provvedimento d'emergenza

Ci penserà la pioggia, ancora una volta, a lavare l'atmosfera dai veleni. Per poco, come sempre. Fino alla prossima emergenza. Probabilmente in coincidenza con gli acquisti natalizi, e poi con i saldi.
Il blocco del traffico previsto per lunedì 28 novembre e revocato in extremis ha dimostrato che lì dove si dovrebbe decidere per il bene di Milano e dei Milanesi le idee non sono ancora del tutto chiare.
Quali sono le ragioni della difficoltà che la città sta incontrando nel porre rimedio ad un problema annoso e tanto importante per la comunità? Purtroppo il blocco dei diesel euro 3 non servirà a dare i risultati necessari almeno a superare l'emergenza: i veicoli infatti continueranno a circolare nelle ore più critiche (prima delle 8,30 e dopo le 18).
La scorsa settimana scrivemmo che le amministrazioni locali non potevano, in una situazione che è ormai di conclamato pericolo per la salute di tutti, arretrare innanzi alle pretese delle categorie che continuano ad anteporre i propri interessi, legittimi, al diritto collettivo a non respirare veleni.
Sarebbe sciocco, oltre che ingiusto, attribuire ad un'amministrazione in carica da soli sei mesi le responsabilità di oltre quindici anni di sottovalutazione del problema.
Solo pochi anni fa, un assessore all'ambiente del Comune di Milano sosteneva che il responsabile delle polveri sottili fosse il riscaldamento, quando tutti i rapporti -anche quelli di cui firmava, forse senza leggerli, le prefazioni- evidenziano che la principale fonte di PM10 e PM2,5 è il traffico.
Ma è altrettanto vero che la manifestazione dei "Genitori antismog" e delle altre associazioni ambientaliste, da Italia Nostra a Legambiente, dimostra che c'è un profondo malessere tra i tanti che speravano che quest'anno le scelte per combattere l'inquinamento sarebbero state assai diverse rispetto al passato. La speranza è che, questa volta, l'amministrazione trovi il coraggio di tener conto delle istanze dei cittadini, anche a costo di scelte impopolari.