Il 22esimo Rapporto Ismu sulle migrazioni racconta e fotografa la situazione dei "nuovi italiani", cresciuti nell'ultimo anno di 52mila unità, di cui 31mila irregolari
Al primo gennaio 2016 gli stranieri residenti in Italia sono il 9,58% della totalità della popolazione abitualmente residente in Italia: tradotto in cifre 5,9 milioni di stranieri, regolari e non, con un aumento contenuto rispetto all'anno precedente, +0,9%, pari in numeri assoluti a 52 mila unità in più, di cui 31 mila irregolari. Questa è la fotografia della popolazione straniera in Italia che emerge dal 22esimo Rapporto Ismu sulle migrazioni, presentato questa mattina alla Fondazione Cariplo, alla presenza, tra gli altri, di Mariella Enoc, Presidente della Fondazione Ismu, Vincenzo Cesareo, Segretario Generale della Fondazione Ismu, Gian Carlo Blangiardo, Responsabile Settore Monitoraggio Fondazione Ismu, e Mario Morcone, Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Ministero dell’Interno. |
"C'è una sorta di bipolarismo rappresentato da chi acquisisce la cittadinanza e da chi invece è ancora ai primi gradini della 'scala' - ha osservato Gian Carlo Blangiardo - è un doppio aspetto da gestire".
Tra gli aspetti più interessanti messi in luce dal Rapporto c'è quello sull'arrivo via mare di minori non accompagnati: secondo i dati infatti al 31 ottobre 2016 i minori non accompagnati sbarcati sulle coste del nostro Paese sono stati 23 mila, un numero per i soli primi 10 mesi dell'anno in corso, già di gran lunga maggiore di quello registrato in tutto il 2015 quando furono 12.360, e dell'intero 2014 quando ne vennero segnalati 13.026. Nel 2016 inoltre fino alla fine di ottobre i minori non accompagnati hanno rappresentato circa il 14% di tutti gli arrivi via mare, mentre nel 2015 costituivano l'8% del totale e nel 2014 il 7,7%. A questo si accompagna il 'nuovo record' raggiunto dall'Italia proprio per numero generale di sbarchi di migranti: 171 mila arrivi via mare tra il primo gennaio e il 27 novembre 2016. Una cifra già superiore a quella raggiunta nel 2014, nell'anno di 'punta' dell'ultimo quinquennio, quando furono 170 mila. Nel 2015 furono invece 154 mila.
Aumenta infine parallelamente anche il numero dei richiedenti asilo: nei primi 10 mesi del 2016 sono state presentate 98 mila domande, contro le 84 mila del 2015.
Al contrario, tra i numeri in decrescita c'è il tasso di natalità degli stranieri presenti in Italia: dagli 80 mila nati nel 2012 (numero massimo raggiunto) si è passati a 78 mila nel 2013, a 75 mila nel 2014 fino a 72 mila nel 2015. Un dato che, è stato sottolineato anche questa mattina durante la presentazione del Rapporto, che mostra che "anche se il contributo complessivo degli stranieri allo svecchiamento della popolazione rimane importante, è evidente però che c'è un progressivo adattamento al modello riproduttivo della società italiana e che la prevista 'rivoluzione delle culle' che qualcuno teorizzava si è rivelata una falsa aspettativa".
Per quanto riguarda il comparto "lavoro" invece l'analisi mostra che nel 2015 c'è stato un aumento di occupazione straniera (+2,8% rispetto al 2014) e che i disoccupati stranieri sono diminuiti di circa dieci mila unità, rappresentando il 18% dei disoccupati complessivi nel nostro Paese.
Qualche dato anche sulla distribuzione degli stranieri in Italia: la maggioranza risiede ancora al Nord, ma rispetto a qualche anno fa è il Sud a vedere un aumento più significativo di migranti. Sempre secondo i dati, al primo gennaio 2016 la netta maggioranza degli stranieri (58,6%) risiede nelle Regioni del Nord ma nel biennio 2014-2015 la crescita maggiore dei residenti si è registrata sopratutto nel Sud (+58mila), nel Centro (+29mila) e nelle Isole (+26mila). Il Nord Ovest presenta un lieve aumento (+13mila) mentre il Nord Est perde residenti (-22mila). Tuttavia, è precisato nel Rapporto, se dai bilanci anagrafici si escludono le uscite per acquisizioni di cittadinanza, il Nord Est mantiene nel 2015 un saldo attivo per +38mila unità, il Nord Ovest per + 59mila e il Sud per + 38mila.
"In ogni caso - è stato spiegato durante l'incontro - sul piano della dinamica migratoria sembra sia soprattutto il Mezzogiorno l'area che denota più vivacità nel biennio 2014-2015, tant'è che i tassi migratori netti nel Sud e nelle Isole risultano oltre il doppio rispetto a quelli delle aree del Centro Nord".
E l'andamento è confermato anche dalla 'graduatoria' provinciale dei 'tassi migratori' che vede ai primi sei posti altrettante circoscrizioni del Mezzogiorno: Crotone (14,4%), Campobasso (13,7%), Trapani (11,7%), Benevento (11,2%), Sassari (11,2%) e Isernia (11,1%). La prima provincia del Nord è Bolzano, al 28esimo posto, mentre Milano è al 40esimo, prima fra le città metropolitane.
"E' il tempo di un grande piano di inclusione che veda insieme le varie componenti. Non solo i territori e le Regioni, ma anche ad esempio i ministeri e su questo siamo un po' in ritardo" è nil commento del prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per l'immigrazione del ministero dell'Interno, presente questa mattina.
"Siamo un Paese che sta facendo con grande dignità sua parte, molto meglio di quanto rappresentato" ha detto Morcone rivendicando quanto messo in atto finora , e poi ha evidenziato la necessità di un passo ulteriore con un "grande progetto di inclusione" per sconfiggere ad esempio fenomeni come il caporalato e l"abuso" di manodopera straniera. "Ci vuole coraggio politico - ha detto - per fare qualche passo che dobbiamo trovare la forza di fare nel prossimo futuro".
Ancora di più alla luce dei dati presentati è condivisibile la posizione di Morcone per cui la questione vera "è quella di sradicare questo argomento che riguarda la vita delle persone da un dibattito che riguarda invece l'acquisizione del consenso" politico.