Iintervista ad Annaluce Canali, collaboratrice di Gherardo Frassa e tra gli organizzatori della mostra-vendita "Cimelio, Cimeli"
Dopo che Gherardo è mancato, io, Romano e Paolo (rispettivamente fratello e nipote di Frassa, ndr) ci siamo buttati nel magazzino di Inveruno dove lui aveva raccolto oggetti per anni. Abbiamo trovato una valanga di cose, pezzi di mostre degli anni '80, carte di Tadini e Lodola, tantissimi pezzi di abbigliamento (Frassa aveva aperto il negozio di abiti vintage “Surplus” in corso Garibaldi, ndr). Noi abbiamo recuperato i pezzi e ricostruito la loro storia, mettendo assieme i vari ricordi dei diversi periodi, cercando di rendere più organico tutto questo patrimonio di oggetti.
Pressochè tutto sarà in vendita, con rarissime eccezioni. Diverse centinaia di pezzi, forse ci avviciniamo al migliaio. Molti pezzi hanno un valore di mercato definito, al di là del valore affettivo o simbolico. Ci sarà anche, nello spazio di via Laghetto, una parete dedicata ai suoi amici, coloro che hanno conservato ricordi o battute su di lui.
Qual è l'intento principale dell'iniziativa?
Sicuramente far sì che chi lo apprezza e gli ha voluto bene possa avere in casa uno dei suoi pezzi, perché non sono pezzi da museo ma oggetti che devono continuare ad avere una vita propria nelle case di coloro che li apprezzano.
Che ne sarà dei pezzi invenduti?
Credo che ci saranno altre occasioni come questa in cui poter mettere in esposizione e in vendita questo piccolo tesoro.