Porte chiuse al gruppo SostegnoNoTagli, che da mesi prova a discutere con l'ufficio scolastico dell’emergenza sostegno in Lombardia

Lo scorso agosto avevano inviato all’USR Lombardia una nota nella quale si sottolineava che, sulla base di una recente delibera, in media ogni allievo milanese con disabilità avrebbe avuto diritto a meno di sette ore (6,7) di sostegno a settimana, poco più di un’ora per ogni giorno di scuola, facendo notare che, applicando la legislazione vigente e gli stessi parametri previsti dalla manovra economica del ministro Tremonti (una media di un insegnante di sostegno per ogni due alunni con disabilità), la Lombardia avrebbe dovuto prevedere 3613 docenti di sostegno in più.
Si auguravano anche che l’USR Lombardia rimediasse alla situazione, integrando opportunamente gli organici, prima dell’inizio dell’anno scolastico.
Purtroppo non è esattamente quanto avvenuto. Ecco quanto scrive il gruppo SostegnoNoTagli a fronte della richiesta formale di un incontro che non è stata ascoltata: “Conosciamo le obiezioni che ci vengono mosse ogni qualvolta proviamo a parlarne. Sappiamo che c’è la crisi e che i nostri figli e/o i nostri alunni sono un costo. Anche i Vostri stipendi lo sono, ma non per questo Vi chiediamo di privarvene. I diritti, in genere, hanno dei costi, ma pensare di mutilarli per risolvere il deficit nazionale costituisce un grosso passo indietro sul cammino di una civiltà.
Sappiamo pure che diversi, anche dal Vostro ufficio, hanno lasciato intendere in modo più o meno esplicito che la situazione sia divenuta insostenibile non già per una consolidata abitudine, da parte della pubblica amministrazione, di ignorare le motivate e documentate richieste di Scuole e ASL, ma perché ci sarebbe chi abusa del “privilegio” di ottenere una certificazione di disabilità. Anche di questo ci avrebbe fatto piacere parlare di persona. Se ciò non sarà possibile, bene, ne prenderemo atto. Troveremo sedi e momenti più opportuni per poter tornare su questi argomenti”.
Nonostante lo scorso aprile, in seguito alla denuncia di un gruppo di genitori milanesi, il Ministero della pubblica Istruzione sia stato condannato per discriminazione nei confronti degli studenti con disabilità, i nuovi tagli hanno inferto un nuovo colpo sulla situazione rendendola ad oggi insostenibile.
Resta per adesso forte e chiara un’istanza: “Chiediamo di parlare di diritti”. Almeno questo.
A.Pozzi