Comune di Milano e sindacati hanno firmato un accordo per garantire maggior sicurezza e controlli negli appalti pubblici

Un accordo i cui contenuti risultano tanto più importanti in un momento di crisi economica che vede sempre più ridotte le risorse a disposizione delle pubbliche amministrazioni: e si sa che spesso, in mancanza di fondi, sono proprio gli strumenti della sicurezza e del controllo quelli che vengono accantonati in quanto non prioritari.
Ma Milano, notoriamente capitale italiana del lavoro, in questo sembra volersi porre come esempio virtuoso, almeno sulla carta.
“Questo accordo” ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani “è innovativo ed è uno dei primi di questo genere in Italia. L'amministrazione valorizzerà le imprese e le cooperative che vantano certificazioni di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, come, per esempio, nel campo della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In un momento di diminuzione delle risorse pubbliche bisogna vigilare per evitare che ciò si rifletta sui diritti dei lavoratori: in questo senso abbiamo rivolto un esplicito invito per ricorrere all'assorbimento del 10% di lavoratori svantaggiati (in mobilità o disoccupati) nell'esecuzione dell'appalto. Inoltre, laddove sarà possibile, s’intende utilizzare il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, a discapito del massimo ribasso”.
Un accordo che prende in considerazione molteplici aspetti delle problematiche legate al lavoro: attenzione per l’ambiente, responsabilità sociale, conciliazione, attenzione per la qualità e non solo per il versante economico, trasparenza.
Di fatto, fino ad oggi, negli appalti pubblici veniva spesso utilizzato come criterio principale ai fini dell’assegnazione quello della contrazione dei costi, a scapito della qualità delle opere ma soprattutto senza garanzie sui tempi di realizzazione, sulla regolarità dell’impiego della manodopera, e sulle condizioni di lavoro.
Una modalità che deve cambiare: con questo accordo il Comune di Milano s’impegna a promuovere appalti pubblici socialmente responsabili, inserendo nei bandi di gara o nei capitolati di appalto, in aggiunta ai requisiti di legge, specifici elementi ambientali e sociali.
“Maggiore sicurezza, controlli e rispetto della normativa rappresentano argini efficaci contro la corruzione e l'illegalità. Dobbiamo arrivare a livelli di trasparenza tali da garantire efficienza e regolarità in molti ambiti in cui si siglano gli appalti, non solo nel campo dell'edilizia, ma anche nei servizi” ha detto in proposito il Sindaco Pisapia, presente alla firma insieme all’assessore Cristina Tajani, al segretario generale Onorio Rosati e al segretario Ivana Brunato (Camera del Lavoro), al segretario generale Danilo Galvagni e al segretario Renato Zambelli (Cisl), al segretario generale Walter Galbusera e al segretario generale aggiunto Claudio Negro (Uil).
Tra i punti dell’accordo, che avrà durata quinquennale, ce n’è anche uno dedicato all’assunzione della manodopera: verrà riservata una quota di personale con difficile accesso al lavoro (non inferiore al 10%), ad esempio personale in mobilità, disoccupato a seguito di procedure di licenziamento, o soggetti inoccupati ai sensi del Regolamento della Comunità europea numero 2204 del 2002.
Un buon protocollo, doveroso e necessario, con l’obiettivo fondamentale della tutela della sicurezza e dello sviluppo della qualità: adesso bisogna far sì che le parole sulla carta diventino una modalità quotidiana di comportamento.
A.Pozzi