Nasce a Milano l'albo delle social street, l'avviso pubblico dal Comune: c'è tempo fino al 5 maggio per iscriversi
Sono oltre 70, in città, e dal 2010, anno in cui nacque il prototipo quella in via Sarpi, hanno continuato a nascere in maniera esponenziale: sono le social street, comunità virtuali che prendono le mosse dal territorio reale, nell'idea che la comunicazione tramite social possa rendere più efficaci i rapporti di vicinato. Dai momenti di svago alle attività di pubblica utilità, fino al bookcrossing e al baratto. Si tratta di gruppi informali, nati spontaneamente grazie all’iniziativa di alcuni cittadini, ma sono diventate col tempo realtà "con cui il Comune vuole collaborare, riconoscendone la funzione sociale sul territorio". È così che le social street, prima con una delibera di Giunta lo scorso maggio e oggi con un avviso pubblico, potranno interagire con l'amministrazione, ottenendo spazi, servizi o opportunità di collaborazione. In sostanza il Comune di Milano desidera valorizzare le attività che le social street già organizzano da tempo, favorendo la conoscenza tra residenti tramite contatto sui social network, facendo riferimento alla via in cui si abita. |
C'è tempo fino al 5 maggio per iscriversi: è richiesta la presentazione di un progetto di attività, e i gruppi informali di cittadinanza attiva dovranno essere costituiti da due o più persone maggiorenni, senza condanne penali, residenti nel Comune di Milano, comunitari o stranieri purché in possesso di idoneo titolo di soggiorno. Le attività dei gruppi informali dovranno essere illustrate singolarmente all’interno di un “progetto”, inoltrato da una persona referente, che non comprenderà le consuete attività quotidiane, ma solo quelle iniziative la cui realizzazione sia configurabile quale vero e proprio progetto.
Lo stesso progetto, sottoposto a valutazione di ammissibilità da parte di una commissione appositamente nominata dal direttore Politiche Sociali e composta da almeno 3 membri con adeguate competenze tecniche, individuati tra il personale della direzione medesima o appartenenti ad altre unità organizzative competenti, dovrà indicare: la specifica attività che si intende svolgere; la durata presunta dell’impegno assunto nel complesso; il numero di persone impegnate nell’attività; il nominativo di un responsabile, referente nei confronti del Comune.
I gruppi informali iscritti nell’elenco avranno la possibilità di essere coinvolti dall’Amministrazione Comunale in attività di tipo sociale e concludere accordi n relazione alla specificità dei singoli progetti. Sarà chiesto a ciascun gruppo di identificare un referente che terrà le relazioni con l’Amministrazione. Ciascun gruppo iscritto nell’elenco identificherà un referente che terrà le relazioni con l’Amministrazione in occasione di specifiche iniziative che prevedano rapporti con l’Ente locale. "Come Amministrazione comunale - ha spiegato l'assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data, Lorenzo Lipparini intendiamo garantire anche alle realtà informali, sempre più attive e numerose in città, una collaborazione costante, che si tradurrà, per esempio, in un accesso agevolato ai tanti spazi di aggregazione già operativi in città quali le Case delle associazioni, gli spazi Wemi, i negozi civici e gli spazi dei nove municipi. Tutti questi luoghi, e quelli che si aggiungeranno, saranno mappati sul geoportale del Comune appena lanciato. L’obiettivo più ambizioso sarà quindi quello di creare dei veri patti di collaborazione tra il Comune e i cittadini attivi per la gestione e la cura dei beni comuni, a partire dalla definizione di un regolamento da condividere con le social street".
Saranno rispettati i principi di inclusione e di apertura affinché gli elenchi siano accessibili periodicamente anche ad altri cittadini. Per questo motivo saranno aggiornati ogni sei mesi.
A.P.