Il confronto inaugurato due mesi fa tra Comune e comitati rischia di saltare dopo i primi due appuntamenti

Infatti, dopo due incontri –uno politico con l’Assessore Masseroli tenutosi prima della fine del 2007 e uno tecnico con i responsabili degli uffici dell’assessorato all’urbanistica nei primi giorni di quest’anno– il dialogo, almeno secondo quanto sostengono i rappresentanti dell'Associazione Vivi e Progetta un'altra Milano, ( ascolta l’intervista a Rolando Mastrodonato) si è bruscamente interrotto.
La variante è ancora tutta da definire dal punto di vista economico e alcuni suoi punti qualificanti, come la trasformazione dello spazio espositivo progettato da Libeskind da museo del design a museo dell’arte contemporanea e il nuovo centro congressi, vanno a configgere con altri spazi analoghi già previsti in altre aree della città. Un centro congressi è infatti previsto nell’area di Santa Giulia, mentre il museo di arte contemporanea, progettato da Renzo Piano, sta prendendo forma sull’area ex Falk al confine nord di Milano.
Il parco, sebbene non sia l’unico è tra i principali temi di discordia. Per i cittadini, anche se ampliato, rimarrebbe una sorta di serpentone tra gli edifici e si aprirebbe molto limitatamente verso la città. Anche i numeri delle aree a verde sono oggetto di contestazione: sempre secondo il Comitato il parco misurerebbe non 160.000 come promesso dal Comune, ma 141.000 metri quadrati (86.000 del progetto originario più 55.000 dell’aera ceduta dalla Fondazione Fiera con la variante) e comunque sia, si tratterebbe del quarto –e non del secondo– parco cittadino dietro Parco Sempione (verde compatto di 470.000 mq), Monte Stella (verde compatto di 370.000 mq) e Giardini Pubblici di Porta Venezia (170.000 mq compatti).
Molti dubbi anche sulle nuove piantumazioni di alberi promesse lungo via Spinola, Senofonte, Brin, Euripide per accontentare i residenti “Chissà se la presenza di cavi e tubazioni interrate –si chiedono– consentirà questa operazione, di solito molto difficile. Inoltre, non si sa quale sarà lo spazio occupato dai parcheggi sotterranei e se essi staranno in parte sotto il parco, come previsto dal primo progetto.”
L’inaspettata accelerazione sembra sia non solo dovuta al via libera dato dal CIPE ai finanziamenti per il secondo tratto della linea 5 della metropolitana (che dovrebbe collegare Porta Garibaldi a San Siro, attraversando l’area e prevedendo una fermata proprio sotto i tre grattacieli) ma anche all’insistenza degli investitori che si sono impegnati finanziariamente con le banche per oltre mezzo miliardo di euro e vogliono partire al più presto con i lavori e rientrare quanto prima delle loro esposizioni.
L'Associazione Vivi e Progetta un'altra Milano aveva chiesto negli incontri tecnici con il Comune che la nuova area ceduta dalla Fiera fosse utilizzata per spostare le residenze di Hadid e Libeskind “ma il Comune –sostiene il Presidente dell’Associazione, Rolando Mastrodonato– fa orecchio di mercante per consentire a Citylife di costruire e vendere questi edifici al più presto.”
Eppure il dialogo tra Comune e comitati era stato aperto proprio per evitare che i ricorsi al TAR minacciati da Vivi e Progetta un'altra Milano potessero bloccare i lavori. Da parte sua l’Assessore Masseroli ha promesso un’assemblea pubblica per presentare le modifiche del progetto alla cittadinanza.
Ma i residenti non ci stanno: senza troppi giri di parole parlano di presa in giro, accusando il Comune di promettere prima il dialogo e di metterli poi innanzi al fatto compiuto pensando di cavarsela con una presentazione pubblica della variante.
Anche voci interne alla maggioranza del Consiglio comunale fanno trapelare una certa insofferenza per come è stata condotta la partita: “Prima si apre il tavolo di confronto, poi si presenta la variante senza coinvolgere i cittadini e facendo di fatto saltare il dialogo. A questo punto i cittadini hanno ragione a chiedersi se era fumo negli occhi prima o se l’Assessore non ha saputo resistere alle pressioni esterne.”
Dal canto suo Vivi e Progetta un'altra Milano se la situazione rimarrà questa è decisa a presentare i ricorsi al TAR.
Il rischio, per costruttori, investitori e Comune è che la fretta di questi giorni produca invece un rallentamento, per la città è che lo spiraglio del dialogo, che avrebbe potuto disegnare una netta discontinuità rispetto ai troppi anni di controversie, ricorsi e sentenze aprendo una stagione di progettazione partecipata della città, si sia chiuso bruscamente.
Ettore Pareti