In via Giorgi una micro comunità con 25 posti gestita da Fondazione Progetto Arca
Una micro comunità con 25 posti letto che diventerà una casa per chi non ha un tetto ed è costretto a vivere per strada. È stata inaugurata oggi in via Giorgi 31 una struttura di proprietà comunale che verrà gestita, per conto dell’Amministrazione, da Fondazione Progetto Arca, vincitrice dell’avviso pubblico. Si tratta di uno dei tasselli della riorganizzazione del sistema di accoglienza per i senza dimora annunciata dal Comune e che prevede un ampliamento dell’offerta in termini quantitativi, ma anche il miglioramento in termini qualitativi del servizio. |
“Non un dormitorio ma una vera e propria casa per chi vive in strada - spiega Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca -. L’obiettivo per ogni singolo ospite è riscoprire il valore della relazione e recuperare un ruolo attivo a livello sociale, ritrovando così le competenze e l’autonomia necessarie per reinserirsi nella società puntando a trovare un lavoro e una casa. Nel grande piano dell’accoglienza, è questo un progetto ‘anello’ che dal dormitorio porta alla casa”.
Sono sei – per un totale di oltre 75 posti - le piccole comunità di questo tipo che saranno aperte già da questo inverno sul territorio comunale e che rimarranno aperte in modo permanente. Si tratta di luoghi di accoglienza di piccole e medie dimensioni dove i senza fissa dimora vengono accolti in maniera continuativa, non solo di notte. La struttura, dunque, rappresenterà per loro una sorta di casa da gestire in comunità e con l’aiuto degli operatori presenti in maniera fissa.
La riorganizzazione del sistema di accoglienza prevede, oltre alle micro comunità, altre nuove modalità di ospitalità:
- Circa cinquanta posti in Housing first e housing led: questo tipo di accoglienza è dedicato prevalentemente ai cosiddetti irriducibili, coloro che hanno sempre rifiutato l’ospitalità nei centri e che ormai da molto tempo vivono in strada. Questa soluzione identifica la casa come punto di partenza per avviare un percorso di inclusione sociale. In sostanza, la persona verrà ospitata in un appartamento e inquadrata all’interno di un progetto personale che prevede che venga seguito da un tutor che lo accompagni nel prendersi cura della casa e nel reinserimento lavorativo.
- Macrostrutture collettive: le strutture attualmente esistenti - che mettono a disposizione circa 500 posti in modo permanente - modificheranno completamente il loro funzionamento trasformandosi da semplici dormitori notturni in luoghi aperti tutto il giorno e che coinvolgano gli ospiti in diverse attività, comprese quelle di manutenzione e cura degli ambienti.