Scarsa qualità della vita, inquinamento, offerta abitativa carente e troppo cara sono i fattori che scoraggiano gli investimenti stranieri a Milano

Ma il Capoluogo lombardo fatica sempre più a mantenere la posizione. Questo è quanto emerge da una recente indagine della Camera di commercio milanese.
Seppure Milano ospiti nel suo territorio 3.035 imprese a partecipazione estera, con fatturato di 201,8 miliardi di euro, gli investimenti esteri dal 2001 risultano in calo del 2,1%.
Malpensa, in particolare, ridimensionata nel lungo periodo e senza una prospettiva concreta di ripresa dei collegamenti, sembra determinante nello scoraggiare la scelta di Milano come sede.
Dando un’occhiata alle classifiche, su 33 città esaminate, Milano si trova rispettivamente in quindicesima posizione per quanto riguarda il fattore vivibilità, in ventunesima posizione per quanto riguarda i collegamenti, in ventitreesima posizione per l’offerta pubblica di spazi adibiti ad uffici, ed infine in trentunesima posizione in fatto di qualità dell’aria.
Ciò a dimostrare che anche fattori non strettamente legati alla sfera produttiva influiscono in modo decisivo nelle scelte strategiche delle multinazionali.
Nell’economia globalizzata, sempre più legata a fattori immateriali, le variabili che influiscono sugli investimenti sono sempre più legate all’organizzazione della città, alla qualità ambientale e anche alla qualità della vita nel suo insieme.
Su questo versante Milano presenta limiti ampi che, se se non venissero corretti rapidamente, potranno essere causa di una grossa perdita di attrattività, e quindi di un’ulteriore diminuzione della presenza di investimenti stranieri sul territorio.
Maddalena Tognana