Nei nidi e materne del Comune di Milano manca il 50% degli insegnanti di sostegno

Il conto è presto fatto se aggiungiamo il dato di soli 200 sostegni, numero più, numero meno, provenienti dalle cooperative che hanno vinto l’ultimo appalto dello scorso luglio, che ne prevederebbe almeno 219. La questione è complessa perché chiama in causa l’intero sistema di gestione attraverso le cooperative, un modus operandi dell’Amministrazione Comunale che pian piano sembra sempre più voler eliminare una gestione diretta che ha ovviamente costi altissimi, a scapito innanzitutto della qualità e del controllo sulle cooperative che forniscono il personale docente, che sia ordinario o di sostegno.
A differenza di quanto spesso si sente dire, non si tratta di un semplice aumento dei bimbi portatori di handicap che provoca un’aumentata richiesta di personale adeguato: al di là di un cambiamento culturale -per cui rispetto al passato oggi, giustamente e fortunatamente, si tende a inserire prima nella vita sociale e scolastica i bimbi affetti da patologie che richiedono un sostegno- c’è anche un fattore di natura economica: se nel privato il costo del sostegno è totalmente a carico dei genitori e si aggira intorno ai 2500 euro annui oltre la retta di frequenza, è evidente che in tempi di crisi molti tendono a confluire nel pubblico, causando un apparente aumento del numero di chi ha bisogno del sostegno.
“Quello che forse non si capisce a sufficienza è che il danno provocato da questo stato di cose è a carico di tutta la classe, non solo sulle singole famiglie” dichiara Patrizia Quartieri. Perché capita che ci siano classi con 27 bambini tra cui un disabile, e se manca l’adeguato personale di sostegno può anche crearsi un clima poco positivo nel gruppo. E questa è solo la situazione nella fascia prescolare. Volendo riflettere sul panorama complessivo estendendolo anche a elementari, medie e superiori, forse si riesce a capire quanto sia grave lo stato di cose che si nasconde dietro alle singole storie delle famiglie che si trovano a dover fare i conti con un’Amministrazione che risparmia in questi ambiti.
Antiniska Pozzi