A Milano stanno nascendo nuove residenze universitarie, ma solo il 2% degli studenti oggi vi trova alloggio

La svolta è arrivata nel 2004, quando il Comune ha stabilito che l’edilizia residenziale universitaria sia da considerarsi come un servizio, quindi possa realizzarsi sulle aree destinate a servizi. Da allora si sono scelte tre strade di intervento: la concessione di aree e immobili comunali, la realizzazione di residenze su aree private con canone di locazione vincolato alle indicazioni fornite dalla Regione, e la concessione di edifici scolastici dimessi. Operazione “low-cost” per l’Amministrazione, che non ha dovuto prelevare un solo euro dalle casse comunali: gli atenei e i soggetti pubblici e privati impegnati nella realizzazione delle esidenze hanno ottenuto complessivamente 124 milioni di euro dallo Stato e 22 milioni di euro dalla Regione.