Il Segretario del BIE in visita a Milano non è preoccupato per i ritardi: "E' sempre stato così". Vale anche per i debiti delle passate edizioni?
Ci mancava solo un'accusa di plagio, anzi due. Non smettono di cadere tegole su Expo: a poco più di quattro mesi quello che sarà il simbolo del Padiglione Italia, l'Albero della vita, appena ottenuto il via libera dal Commissario anticorruzione Cantone ritorna al centro delle polemiche. L'architetto inglese Chris Wilkinson ha dichiarato che l'opera concepita da Marco Balich per l'Esposizione universale milanese ricalca i suoi "Supertrees" di Singapore. Come se non bastasse l'accusa proveniente d'Oltremanica, l'artista italiano Andrea Salvetti ha dato mandato ai propri legali di tutelare i diritti di proprietà intellettuale, ritenendo una propria opera la fonte d'ispirazione dell'Albero della vita. |
Eppure, nonostante i ritardi, le inchieste della magistratura, la corruzione conclamata, le opere inutili e contestate e le promesse mancate c'è chi conserva un inguaribile ottimismo.
Si tratta di Vincente Loscertales, l'ineffabile Segretario generale del Bureau Internationela des Expositions, che in visita a Milano un paio di giorni orsono ha dichiarato: "Forse alcuni padiglioni non saranno del tutto pronti per l'inaugurazione. Ma succede sempre, in ogni Expo. Sono tranquillo anche questa volta."
Non c'è dubbio che Loscertales sia tranquillo anche questa volta: il Bie oltre ad incassare la tassa d'iscrizione per partecipare all'assegnazione dell'Esposizione, ha diritto a royalties del 2% su ogni biglietto in cambio della semplice assegnazione di un marchio.
Guardando al passato dovrebbero essere meno tranquilli coloro che hanno pensato che Expo potesse essere il famoso "volano". Infatti l'"anche questa volta" di Loscertales evoca precedenti tutt'altro che tranquillizzanti, che possono essere riassunti dalla parola voragine.
Voragine urbanistica e finanziaria. I due casi più eclatanti sono quelli di Siviglia 1992 e Hannover 2000. Nel primo caso, nonostante la manifestazione spagnola -i cui costi lievitarono dai circa 600 milioni di euro previsti a quasi un miliardo e 400 milioni- avesse attratto ben 42 milioni di visitatori si chiuse con un buco di quasi 250 milioni di euro, mentre l'area espositiva ancora oggi per oltre la metà in abbandono.
I tedeschi riuscirono a fare addirittura peggio otto anni dopo. L'esposizione di Hannover -i cui biglietti costavano circa gli attuali 50 euro- accolse solo 18 milioni di visitatori. Il Bie comunque incassò circa 22,5 milioni di euro, ma la manifestazione si chiuse con una voragine finanziaria di oltre un miliardo e 280 milioni di euro. L'area espositiva dell'Expo di Hannover a ventiquattro anni di distanza è riuscita ad accogliere solo uno store Ikea e un megaparcheggio, per il resto una landa desolata dove campeggiano ancora gli scheletri dei padiglioni che non sono stati abbattuti.