La ristrutturazione del Lirico divide la maggioranza, per alcuni quei 16,5 milioni potrebbero alleggerire l'addizionale Irpef

A caldeggiare la prima ipotesi l'Assessore ai lavori pubblici -con il sostegno del Sindaco- e una parte del PD, ben coscienti che mettere la parola fine alla travagliata vicenda di uno dei teatri simbolo di Milano, lasciato in abbandono dalle giunte di centrodestra, riaprendo alla città quello che storicamente è considerato il fratello minore della Scala (con tale intento era stato ricostruito nel 1779, dopo che un'incendio distrusse nel 1776 il teatro regio del 1717) sarebbe un successo politico e d'immagine di assoluto rilievo. Anche per questo si vorrebbe mettere la ristrutturazione del Lirico nel piano delle opere pubbliche del 2014, così da inaugurarlo nel 2016.
Dall'altra non pochi consiglieri della stessa maggioranza che vorrebbero alleggerire il peso delle tasse locali, legate alle compensazioni IMU che dovrebbero arrivare da Roma e sulle quali, nonostante le assicurazioni del governo, nessuno si sente di professare certezze granitiche.
Tent'è che fino ad oggi all'interno della maggioranza non si è ancora trovato l'accordo per presentare l'emendamento sull'addizionale Irpef, per il quale andrebbe trovata una copertura non solo nei trasferimenti dal governo, ma anche in tutti i fondi che potranno essere risparmiati, compresi quelli che si vorrebbero destinare alla ristrutturazione del Teatro Lirico.
B. P.