Il Sindaco nomina un nuovo, collaborativo, Assessore alla cultura ed evita la mina del rimpasto

Anche nel comitato di saggi che il Sindaco aveva costituito per affiancarla nella gestione del dopo-Sgarbi la nomina di Finazzer Flory non è stata presa bene. Appena noto il nuovo Assessore è arrivata la lettera di dimissioni firmata da cinque nomi di tutto rilievo del milieu culturale meneghino: Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice del Teatro Franco Parenti, Gianni Canova critico cinematografico, Massimo Vitta Zelman, editore, Davide Rampello, Presidente della Triennale, Enrico Micheli, finanziere ma anche ex Presidente del Conservatorio. Forse aspiravano a quella poltrona? Probabilmente, a detta di molti, ognuno di loro l’avrebbe occupata meglio.
Finazzer Flory garantisce una gestione tranquilla di quel poco cui le politiche culturali sono state ridotte ormai da un ventennio e soprattutto va a coprire la quindicesima poltrona in Giunta sulle sedici consentite dalla legge. A questo punto l’unico vacante posto da assessore rimane quello delle attività produttive, per il momento gestito ad interim, dopo la cacciata di Tiziana Maiolo, dall’Assessore Terzi. I consiglieri di Forza Italia dovranno accontentarsi. Speravano in due poltrone: quella alle attività produttive e quella nuova di Assessore al bilancio se il sindaco avesse rinunciato a quest’ultima delega e tenuto quella alla cultura.
Invece, gli scontenti che si lamentano sin dalla formazione delle liste per le ultime elezioni politiche che hanno escluso alcuni consiglieri che speravano di approdare a Roma, saranno costretti a rimuginare ancora.
Intanto il governo cittadino sembra ricalcare sempre più quello nazionale: un uomo –o donna– solo al comando, i pochi ruoli chiave occupati da fidatissimi e figure poco ingombranti sulle poltrone di minor peso.
B.P.