Nel 2012 Palazzo Marino dovrà trovare 670 milioni per far quadrare il bilancio

Secondo quanto trapela, nel bilancio previsionale cui si sta lavorando a Palazzo Marino bisognerebbe trovare almeno 670 milioni di euro.
Una cifra enorme dovuta soprattutto al taglio di 250 milioni di trasferimenti dallo stato (l'8,3% del totale dei tagli imposti dal Governo a tutti i comuni italiani per il 2012), e all'ulteriore stretta del patto di stabilità che prevede un taglio di altri 253 milioni all'anno fino al 2014.
Ormai a Palazzo Marino, con questi vincoli, far quadrare i conti rischia di diventare la classica fatica di Sisifo.
L'addizionale Irpef reintrodotta pochi mesi orsono potrebbe salire dall'attuale 0,2% allo 0,6%; l'Imu sulla seconda casa potrebbe arrivare al massimo dell'aliquota consentita (10,6 per mille); la Tarsu dovrebbe essere aumentata del 25%.
I tre interventi combinati dovrebbero garantire introiti per circa 470 milioni di euro, cui si sommerebbero i 70 milioni di tagli alle spese.
Per i circa 130 milioni di euro mancanti all'appello la via allo studio è quella di operazioni di dismissione: prima tra tutte quella delle quote di Serravalle, che però non si profila facile visto che i due tentativi precedenti (con bandi il primo a 170 e il secondo a 140 milioni) sono andati a vuoto. Mentre la partita della vendita delle quote di A2A è piuttosto complicata, sia per l'altolà lanciato da una parte della maggioranza e del sindacato, sia perché lo scenario delle utilyties dell'energia potrebbe essere radicalmente ridisegnato dai piani di liberalizzazione che il Governo Monti sta per mettere in campo.
Beniamino Piantieri