Ennesimo sgombero, ma manca una strategia per tutelare il patrimonio ALER

La conoscenza dettagliata della situazione permetterebbe infatti al Comune sia di valutare l'operato dell'istituto delle case popolari, sia di decidere, insieme alla stessa Aler, le priorità sulle quali operare, soprattutto nella gestione di quegli alloggi che, rimanendo sfitti per lungo tempo, possono essere facilmente occupati abusivamente o addirittura essere gestiti dal racket delle occupazioni.
In ottobre Aler aveva reso pubblici alcuni dati essenziali: su 4218 alloggi inagibili (dei 32000 totali di proprietà Aler a Milano) 2900 sono in ristrutturazione, 353 in corso di assegnazione, 534 messi all'asta, 59 in mobilità, mentre per 372 appartamenti del quartiere Lorenteggio è prevista la demolizione.
Dopo due mesi, però, dal Comune non è ancora arrivata nessuna notizia sull'analisi dei dati, che a Palazzo Marino sarebbe ancora in corso, mentre la gestione del patrimonio, compresi la ricognizione degli alloggi occupati abusivamente e la decisione di eventuali sgomberi, sembra seguire la consueta logica: quella della segnalazione, spesso effettuata in favore di telecamere e taccuini dei cronisti.
Caso emblematico lo sgombero avvenuto giovedì mattina nelle case di via Lorenteggio 179. Due giorni prima a visitare la zona erano stati l'assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini insieme al consigliere comunale leghista Igor Iezzi, raccogliendo la protesta degli abitanti per l'occupazione abusiva di sei appartamenti da parte di famiglie rom, che nell'ultimo mese si erano impossessate di alcune appartamenti del condominio, ovviamente asportando le protezioni anti-irruzione. Nonostante il comunicato di Aler metta in relazione lo sgombero con il continuo lavoro degli ispettori dell'azienda delle case popolari, sembra naturale stabilire una correlazione tra l'operazione decisa giovedì mattina e la visita-denuncia degli esponenti leghisti di inizio settimana.
Va detto che le denunce degli esponenti politici non fanno che portare l'attenzione su una situazione del patrimonio residenziale pubblico che è quasi sempre alla luce del sole.
Già qualche mese fa la capogruppo Pd al Comune Carmela Rozza aveva invitato la stampa ad un giro nel 'quadrilatero' del Giambellino (tra Piazza Tirana, via Segneri, viale e largo Giambellino) per documentare lo stato di degrado delle abitazioni. Così anche le segnalazioni degli ultimi giorni non si possono considerare una novità, visto che molte delle situazioni denunciate sono alla luce del sole. In via Segneri, ad esempio, alcuni ponteggi da impalcatura puntellano i balconi fatiscenti dei primi piani, e non stupiscono le denunce per chi entra abusivamente negli appartamenti proprio dai balconi, visto che anche il bucato viene steso direttamente in giardino, davanti agli stessi terrazzi.
Lo sgombero avvenuto giovedì mattina non risolve quindi la situazione di alloggi la cui gestione non può dipendere solamente da segnalazioni e denunce più o meno isolate.
Claudio Urbano