Nonostante i pareri contrari del Consiglio di Zona, dei residenti e di buona parte del Consiglio comunale c’è chi si ostina a volere a tutti costi un Hotel in via Patroclo

La storia è nota: con il cambio di destinazione d’uso stabilito lo scorso aprile dalla Giunta Comunale, la superficie di 7.467 metri quadrati situata a pochi metri dall’Ippodromo in cui ora c’è un parcheggio è diventata edificabile.
Questo dopo che più di una volta negli ultimi quattro anni i pareri tecnici di competenza hanno dato parere negativo alla costruzione del nuovo edificio di sette piani, costringendo la società Todi s.a.s. a modificare il progetto.
E, soprattutto, dopo che il Consiglio di Zona 7 e la Provincia di Milano hanno negato l’utilità di un nuovo albergo, oltre all’inopportunità di edificare in una zona destinata ad uso sportivo.
Stando a quanto afferma più di un consigliere comunale di maggioranza, l’area di Forza Italia che fa riferimento a CL in questi anni è riuscita a mantenere aperta la questione nonostante la contrarietà di cittadini, i pareri tecnici e gli ostacoli della legge.
“Il cambio di destinazione d’uso è attuabile soltanto in situazioni del tutto eccezionali. In questo caso non è chiaro con quanto approfondimento sia stata fatta l’analisi urbanistica, data la diffusa presenza di aree industriali in zona 7 e la presenza già massiccia di strutture alberghiere -spiega un Consigliere comunale del PdL contrario al progetto- Tra l’altro nella stessa zona, ma in un’area meno centrale e delicata come quella di via Patroclo, è stata respinta lo scorso ottobre la richiesta di un altro operatore per la costruzione di un motel”.
I “difensori comunali” della Todi s.a.s. che hanno protratto per anni la questione, la settimana scorsa sono riusciti a rimandare ulteriormente la decisione. Sta infatti al Consiglio Comunale approvare la modifica del Piano Regolatore e quindi dare il via libera all’edificazione.
Ma a Palazzo Marino ad essere convinti sono in pochi, tant’è che, dicevamo, i sostenitori del progetto hanno fatto slittare nuovamente la delibera chiedendo il riesame della pratica da parte della Commissione Urbanistica e del Commercio.
L’ennesimo escamotage per temporeggiare, insomma, in attesa di un verdetto definitivo che, almeno teoricamente, non dovrebbe riservare colpi di scena.
Giulia Cusumano