Nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi continua la fronda anti MM4

Così mentre le talpe scavano tra Linate e Forlanini -è bene precisarlo poiché il dietrofront sarebbe decretato, caso più unico che raro, a lavori iniziati- e ci si appresta ad aprire i cantieri al di fuori della cerchia dei Bastioni, a Palazzo Marino c'è chi scava sotto i piedi della MM4. Secondo coloro che vorrebbero archiviare la linea 4 le valutazioni sui flussi di passeggeri fatte ai tempi della progettazione andrebbero ridimensionate e conseguentemente la valenza strategica dell'opera sarebbe tutta da dimostrare.
Forse è più difficile dimostrare il contrario: come potrebbe non essere strategica una linea metropolitana che attraversa la città e la collega con l'aeroporto di Linate cui, proprio ieri, un decreto del Governo ha consentito di aumentare in misura considerevole i propri collegamenti internazionali?
Giudicare poi superate le valutazioni formulate solo sette anni fa per un'opera -come una linea metropolitana che per definizione è strategica- significa avere un concetto quanto meno singolare di "infrastruttura strategica", senza considerare che le ricadute di interventi di questa portata vanno valutate sull'arco dei decenni.
Come sempre, o quasi, il vero nodo è economico: sul Comune di Milano graverebbe circa il 75% del costo dell'opera spalmato per i prossimi venticinque anni. Un conto, che compresi gli interessi sui mutui accesi da Palazzo Marino, potrebbe superare i due miliardi di euro, cioè un aggravio di circa 100 milioni di euro all'anno per il già stremato bilancio comunale.
La domanda vera allora non è quanto sia strategica la linea 4, ma se Milano se la possa permettere.
B. P.