Sei complessi scolastici dismessi salvati dal degrado in extremis

Il bando è del Ministero dell’Università e della Ricerca, e scadeva lunedì 3 dicembre. La delibera è stata approvata il 29 novembre scorso, ultima data possibile prima di veder volatilizzare i finanziamenti ministeriali.
Se non ci fosse stata l’occasione del bando ministeriale, cosa sarebbero diventati gli edifici in questione? Niente, ancora per un bel po’ di tempo, almeno. O non c’era niente di definito, in programma, oppure c’era (vedi il Commissariato nell’ex-Gandhi) ma i tempi previsti erano stati scavalcati.
Probabilmente queste strutture avrebbero continuato, come accade tuttora, ad essere oggetto di occupazioni abusive e vandalismo, con tutte le conseguenze del caso.
Ma che senso ha tutto il gran parlare di sicurezza che si fa da qualche mese a questa parte, quando si permette che sussistano situazioni di tale degrado?
E’ possibile che si debbano aspettare soldi dal governo per risolvere situazioni di estrema urgenza, che compromettono realmente la sicurezza dei cittadini e creano disagio per le loro conseguenze?
Perché bisogna aspettare un’occasione esterna e non si è trovato il modo, a livello dell’Amministrazione comunale, di risolvere quelle che sono a tutti gli effetti delle priorità ma che non hanno voce in capitolo nel bilancio previsionale 2008?
Un pensiero corre anche al ‘non ruolo’ dei Consigli di Zona, che sono i primi a venire a conoscenza delle problematiche del territorio e spesso anche i primi a fare proposte per una risoluzione. Peccato che per Palazzo Marino gli atti dei Consigli circoscrizionali valgano meno della carta su cui sono scritti e che il decentramento, nonostante le promesse di ogni campagna elettorale, sia una parola vuota. Ma questa è una vecchia storia.
Risultano evidenti da certi dettagli della delibera in questione la scarsa attenzione e la poca conoscenza dei problemi dei quartieri: come scrivere nero su bianco che in Comasina non c’è bisogno di una scuola. Una priorità che resta in attesa di essere considerata, prima ancora che risolta.
E allora? Arriveranno i taumaturgici finanziamenti ministeriali, verranno le gru ad abbattere i ruderi dei prefabbricati ex-scuole, sorgeranno residenze universitarie, verranno gli studenti con tutto quel che di buono e vitale possono portare in un quartiere, e con loro qualche servizio in più. Bene, davvero. Ci sono però ancora bambini costretti a fare l’intervallo in classe e lezione in corridoio. Ma possono aspettare.
Che arrivino altri soldi da Roma, o che l’amministrazione comunale di Milano si ricordi che lavora al servizio dei cittadini.
Per il momento, la delibera è stata approvata: in extremis, sia come tempistica che come condizioni. Infatti il Consiglio Comunale lo scorso giovedì 29 novembre ha dovuto fare i conti con lo scompiglio provocato dalle nuove tappe dell’inchiesta sugli “incarichi d’oro” attribuiti da Palazzo Marino a consulenti esterni e spesso dal curriculum tutt’altro che esaltante.
Per fortuna l’opposizione ha ancora il senso della responsabilità e ha garantito il numero legale. Ma a quanto pare è stata l’ultima volta.
Ascolta l'intervista a Giovanni Verga, Asssessore
Antiniska Pozzi