Dopo anni di progetti bocciati, sembra che in via Longhi 16 il palazzo temuto dai residenti della zona si farà

Sta per accadere in via Giuseppe Longhi 16, dove fino a due anni fa c’era un parcheggio di 2 piani e tra qualche tempo ci saranno 112 box sotterranei suddivisi in 3 piani e una decina di appartamenti suddivisi in 7 piani. Una prospettiva tutt’altro che benaccolta dai residenti della zona, fortemente preoccupati per l’impatto che il cantiere avrà sul territorio: non solo disagi dovuti al via vai di camion e ruspe, ma anche pericoli concreti in termini di sicurezza.
L’ipotesi di edificazione dell’area risale al 2007, quando l’allora proprietà Autogarden presenta al Comune un progetto ritenuto per due volte non idoneo per questioni volumetriche dallo sportello unico per l’edilizia.
Nel 2009 la proprietà passa all’Immobiliare Martesana, che presenta un nuovo progetto. A marzo l’Assessore all’urbanistica Carlo Masseroli effettua un sopralluogo ed esprime la propria contrarietà alla realizzazione.
“A settembre 2009 approda in consiglio di zona un nuovo progetto –spiega Antonio Ceruschi, consigliere di zona 4– che previo consulto dell’ufficio edilizia si esprime favorevolmente (16 a 14). E’ un progetto assurdo: non solo dei 7 piani solo 6 sarebbero utilizzabili –la visibilità dal primo piano sarebbe ostacolata da un muro– ma si erigerebbe una palazzina per ospitare appena 10 appartamenti tra gli 80 e i 110 mq. Dei 112 box che ce ne facciamo? In viale Corsica c’è u parcheggio di 600 posti quasi del tutto inutilizzato”.
I residenti della zona non hanno notizie dell’iter di approvazione da mesi, ma consultando il sito internet del comune hanno avuto conferma che la pratica sta procedendo.
Alcuni di loro hanno scritto al Direttore di Settore dello sportello unico per l’edilizia per esprimere nuovamente la propria contrarietà al progetto.
“A noi non risulta alcun reclamo né impedimento –ci dicono dall’ufficio dell’Architetto Paola Viganò, dirigente del servizio–. A giorni dovrebbe arrivare la firma per le concessioni”.
Cos’è cambiato rispetto a marzo, quando l’Architetto Viganò firmava una diffida (allegato diffida) nei confronti di Immobiliare Martesana per impedire l’avvio delle opere? “L’architetto Viganò si limita a porre la firma, della pratica si è occupato l’Architetto Rimoldi” ci spiegano.
Peccato che quest’ultimo risulti irreperibile e che, nonostante questo, dagli uffici dell’Architetto Viganò non siano in grado di fornirci elementi sufficienti per approfondire la situazione: sembra proprio che il direttore di servizio abbia firmato una diffida della cui relativa pratica non ne sa praticamente nulla. Quel che si dice procedere per compartimenti stagni.
“Temo finisca come per Santa Giulia e Porta Vittoria –conclude Cernuschi– Che si approvi un progetto assurdo senza pensare all’impatto sui cittadini e sul territorio”.
Giulia Cusumano