Milano in mostra: presso il Negozio Civico i cento ritratti della città del fotografo Claudio Gilardoni

Gli africani sulle gradinate del sagrato del Duomo in attesa di qualcosa a cui non sappiamo dare nome, i vecchi perplessi, i giovani in perpetuo movimento sulla fissità scalcinata di un murales in semi-periferia.
Uno sguardo inconsapevole nella confusione di un corteo, una frase idealista sullo sfondo della dismissione metropolitana: è quasi uno sguardo bulimico quello del fotografo, che vuole includere tutto, nel tentativo di raccontare un mutamento che non si lascia capire né narrare, ma che forse si lascia guardare, incapace di nascondersi.
Le ‘Colonne’ come la Bovisa, i nuovi punk e i giovani sballati, la desolazione della periferia, la desolazione dell’happy hour: immagini diverse che vogliono spingersi un po’ oltre l’immaginario preconfezionato offerto spesso dai media, mostrando le mille sfaccettature di una realtà complessa, rimescolata dal movimento immigratorio e da nuove tensioni sociali. Eppure, nonostante tutto, in queste istantanee di Gilardoni non c’è rinuncia, non c’è la semplice constatazione dei fatti di un reportage bensì uno slancio che sembra appartenere allo spirito di Milano, quella che era, quella che potrebbe essere. Diversa ma uguale.
Milano, vista attraverso i vetri imbrattati di un tram arancione, nella compostezza dolce e un po’ sfrontata di una classe superiore in declino.
Fotografie sazie di colori: colori del mercato, colori delle manifestazioni, colori della notte urbana. Grigio compreso, grigio Duomo, simbolo della città e della sua perenne evoluzione, chiesa quasi interamente ricoperta dai ponteggi, così come la città è quasi interamente ricoperta dai cantieri.
L’opera del fotografo è quella di qualcuno che, ami o non ami quello che vede, sicuramente l’accetta e non si esime dal mostrarlo, sospendendo temporaneamente il giudizio per lasciar spazio alla visione, a quell’atomo di poesia che ancora circola per le strade di Milano.