Viale Monza ad un mese dalla protesta dei residenti

Prima di allora nessuna risposta o quasi alle numerose lettere di protesta inviate all'amministrazione comunale e alle varie segnalazioni alle forze dell'ordine. Lettere e proteste che avrebbero dovutosmuovere già molto tempo fa le autorità competenti e i rappresentanti eletti e ottenere l'attenzione su un vero e proprio panorama criminale cui si può assistere ancora nelle inquietanti nottate di viale Monza e di molte altre zone della città.
Ma ritorniamo a Viale Monza: situazioni insostenibili che qui, tra Loreto e il ponte della ferrovia –ma non ci si illuda, anche oltre, fino a Sesto, passando per Gorla– avevano raggiunto l'apice nei mesi scorsi. Apice della concentrazione criminale e del disagio per residenti e commercianti. Il fenomeno aveva assunto proporzioni intollerabili incidendo gravemente sulla qualità della vita della comunità e delle persone che la compongono.
Un'attività di spaccio e consumo di stupefacenti impressionante, per lo più coca e hashish ma si rivedeva anche qualche siringa. Un mercato florido e rigoglioso completamente fuori controllo probabilmente anche dall'interno della stessa organizzazione criminale. Decine di pusher, per lo più nordafricani ma anche sudamericani, pesci piccoli si intende, venditori al dettaglio.
Era –e spesso lo è ancora– possibile vederli appostati a ogni angolo: un traffico incessante di acquirenti (italiani, da tutto il nord Italia) che accorrono a ogni ora della notte per lo shopping. Gli stessi venditori poi ad ora tarda diventano consumatori della loro stessa merce che sommata all'uso di alcool produce effetti di quotidiana e molesta aggressività. E poi le faide, la lotta per le posizioni, le risse continue, per le creste, per la roba nascosta che non si trova più, che è stata trafugata. Scontri e regolamenti di conti con i nuovi arrivati che contendono metri quadrati e clienti. Per non parlare degli alloggi, nell'entroterra di viale Monza, gli appartamenti affittati in nero a prezzi quattro, cinque, sei volte superiori a quelli di mercato da qualcuno che evidentemente lì non ci abita e ha deciso di speculare.
E poi le “case chiuse”: decine e decine di appartamenti destinati alla prostituzione, con tutto il giro criminale di chi li gestisce. La mattina, tardi, rimane il lerciume, cocci di bottiglia, escrementi, siringhe, di tutto.
Ma com'è la situazione ora dopo la manifestazione che ha visto anche la partecipazione del Sindaco e del suo vice? Come sono le nottate di viale Monza dopo i titoli sulle prime pagine delle cronache cittadine le dichiarazioni di impegno di Palazzo Marino e le prime contromisure attuate dalla Polizia?
Le voci che si raccolgono in questa zona, a un mese dalla fiaccolata spontanea, mostrano subito una contraddizione palese. Se è vero che molti cittadini, in particolare i commercianti delle due “rive” di viale Monza, si dicono moderatamente soddisfatti della maggior presenza di unità mobili delle forze dell’ordine, appena si mette il naso nelle traverse ci si accorge che la pur apprezzata presenza di agenti dimostra di produrre solo un effetto maquillage per la via centrale. Solo un blando effetto dissuadente, ma lì, nell'entroterra nulla è cambiato, si può ripulire la foce ma il fiume sporco è e sporco rimane.
La sensazione è che un ingente mobilitazione delle forze dell'ordine sulla zona senza misure più radicali provocherebbe soltanto, come è accaduto in passato, il decentramento dell'attività criminale, che, come ovvio, scivolerebbe facilmente verso le periferie trovando terreno fertile su cui attecchire.
Per rimanere in zona, provate ad andare là dove le pattuglie, per ragioni di sicurezza, non si addentrano: via Pasteur, via Guinizzelli, via Temperanza, via Termopili, via Varanini, via delle Leghe, e non ultima via Battaglia con le sue traverse chiuse Deledda e Beroldo a pochi passi da Loreto. Andate e chiedete se davvero i residenti pensano che sia cambiato radicalmente qualcosa.
A qualcosa servirà anche un'illuminazione migliore di viale Monza, e qualche telecamera, ma le pattuglie e tutto questo da solo non basta, i cittadini lo sanno.
Ben venga l'attivazione del commissariato di via Platone in fondo a Viale Monza (numero civico 320!): tutti speriano possa essere un baluardo contro la criminalità, almeno per quando il mercato notturno si sposterà come è facile prevedere verso Nord, ma niente illusioni. Le voci sono concordi nell’indicare un’attesa vigile, ma non eccessivamente ottimistica. I residenti e i commercianti sanno bene che spesso dopo il clamore le acque si calmano fino a diventare nuovamente limacciose.
Fabio Davite