I dati di Uhncr e la denuncia di Don Colmegna: se ne parla sabato 24 a Palazzo Marino
Un numero compreso tra i 200 e i 250 milioni di persone: sono i profughi ambientali entro il 2050 secondo i dati di Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), che stimano una media di 6 milioni di uomini e donne costretti ogni anno a lasciare la propria casa o il proprio paese. Ed è proprio sulla figura del rifugiato ambientale che verte il convegno di domani sabato 24 settembre (Palazzo Reale, sala delle conferenze), che ha tra gli obiettivi l'analisi della figura del rifugiato ambientale, colui che sfugge a conflitti per l'accaparramento delle risorse idriche o energetiche o dalla desertificazione, dal collasso delle economie di sussistenza o da situazioni di gravissimo inquinamento ambientale. |
Proprio nelle ultime ore Don Colmegna ha lanciato un allarme sull'emergenza profughi, un'emergenza che ormai è divenuta cronica, uno stato delle cose che continua a scontrarsi con l'indifferenza della politica europea e mondiale.
"Abbiamo risposto all'appello del Comune in questi giorni di emergenza e abbiamo attrezzato con delle brande l'Auditorium della Casa della carità, in cui sono arrivate 60 persone tra cui donne con bambini e donne gravide, una situazione drammatica" spiega don Virginio Colmegna. "Va fatta attenzione alla dignità delle persone, che consegna alla politica una responsabilità", perché "gridare e dire di no apparentemente strappa consensi, ma poi lascia le cose così come sono, mentre bisogna strappare queste persone alla criminalità e rilanciare il tema della coerenza"
E intanto il flusso non si arresta: lunedì all'hub di via Sammartini sono arrivati in 58; sono eritrei, somali, egiziani, afghani e siriani. Tutti in cerca di un futuro, qualcuno che è già transitato da qui e ha fatto ritorno.
Il convegno di domani s'iterroga sulle cause della creazione di profughi e sfollati, e si arlerà anche di 'Land grabbing', ovvero l'accaparramento di terreni da parte di multinazionali e paesi come la Cina, che in Africa riguarda un territorio di oltre 44 milioni di ettari. Al Land Grabbing fa riferimento Agnoletto, tra gli ospiti dell'incontro di domani. Questa realtà, per la quale grandi estensioni di terreni agricoli smettono di essere usati per produrre cibo ma vengono convertiti a colture utili per biocarburanti, unita alla privatizzazione di fonti d'acqua, vedrebbe coinvolto anche il nostro paese, che, attraverso l'azione di grandi industrie si sarebbe accaparrato oltre un milione di ettari di terreno.
Interrogarsi, indagare le cause, confrontarsi: solo l'inizio di un percorso che avrebbe urgenza di trovare una meta, perchè "la situazione è drammatica" come ha ribadito Don Colmegna e con lui molti operatori del settore. Un roblema che va oltre la città e l'intero paese, su cui è necessari a enon èiù prorogabile un'assunzione di responsabilità collettiva pubblica della politica internazionale. E' necessario costruire un nuovo modello di accoglienza, mentre si continua ad accogliere, con sempre più difficoltà.