I consigli di zona restano a galla con budget distretti e nessuna reale competenza, il decentramento rimane un’utopia

Il 35% di finanziamenti in meno erogato ai parlamentini rispetto all’anno passato, denunciano i Consiglieri, non solo significa un ulteriore ridimensionamento dell’esiguo ruolo degli stessi, ma rappresenta l’ennesimo passo indietro verso un mai realizzato processo di decentramento.
“Quando la coperta è corta si taglia sui settori più deboli, e i consigli di zona, così come sono concepiti da anni da questa amministrazione, hanno delle funzioni limitate quindi recepiscono dei budget limitati” spiega Marco Cormio, Consigliere comunale del Pd. Ma il problema dei consigli di zona non è l’entità dei fondi erogati per la reallizzazione di varie attività più o meno socialmente utili. Il problema riguarda le deleghe e i ruoli dei consigli di zona.
Deleghe e ruoli che, come abbiamo ampiamente documentato, sono sempre più marginali. Nati negli anni settanta come luogo di interazione immediata e diretta tra cittadini e amministratori, i parlamentini -che all’epoca erano 20 e avevano competenze precise nel campo della manutenzione scolastica, del verde, dei servizi sociali, e dell’urbanistica- hanno assunto un ruolo sempre più subordinato alle direttive dell’amministrazione centrale. Dal “riazzonamento” del 1999 della Prima Giunta Albertini con il passaggio alle 9 zone ad oggi, passando per il regolamento Lucchini mai entrato in vigore, il decentramento ha subito un processo inverso che ha sminuito e vuotato di senso il presupposto della riforma.
“E’ sempre mancata una volontà politica da parte dell’Amministrazione di procedere verso un reale affidamento del controllo ai consigli di zona- denuncia Marco Cormio- Tutti i sindaci, da Formentini all’attuale primo cittadino, hanno sempre preferito mantenere salde le redini del potere decisionale, lasciando i Consigli di zona in una condizione agonizzante. Così come sono concepiti oggi, sono degli organismi quasi inutili”. Organismi quasi inutili che però, nonostante i tagli, costano all’amministrazione tra i 15 e i 20 milioni di euro ogni anno. Se il piano di riassetto dell’allora assessore al decentramento Giulio Gallera è naufragato sotto l’egida di Albertini, con la nuova Giunta la musica non è cambiata: il gruppo di lavoro istituito in Consiglio comunale lo scorso maggio dall’Assessore Mascaretti, succeduto alla dimissionaria Ombretta Colli, è stato quasi subito sconvocato per l’assenza o la scarsa partecipazione dei Consiglieri di maggioranza.
Una maggioranza evidentemente poco interessata a trovare un accordo di riforma reale del decentramento. “Sono presidente del Consiglio di Zona 3 da oltre 10 anni e le cose non sono mai cambiate -spiega Pietro Viola-. A me non interessa se mi tagliano i fondi per le associazioni o per le mostre, non è questo il nocciolo della questione. Quello che serve per far resuscitare i Consigli di zona è fornire le deleghe necessarie per lavorare a livello territoriale. Noi siamo la cartina tornasole dei problemi della città, potremmo lavorare molto bene avendo le adeguate competenze. Con l’Assessore Colli abbiamo scritto un nuovo regolamento, che giudico buono, e che il nuovo Assessore ha voluto rivedere. E’ d’altra parte impossibile che un regolamento che di fatto toglie poteri agli Assessorati sia applicabile in corso d’opera. Nessuno vuole vedersi togliere dei poteri. Bisognerà aspettare l’instaurazione della prossima Giunta, quando nessun assessore avrà qualcosa da rivendicare”.
Ma di giunte e di assessori in questi anni ne sono passati, e nessuno ha mai avuto la volontà politica di cambiare le cose. Nemmeno la Lega, paladina del federalismo, e nemmeno l’opposizione, che solo ora scende in piazza suonando la grancassa dei tagli ai finanziamenti. La situazione di stallo potrebbe smuoversi solo qualora un’amministrazione decidesse, in un verso o nell’altro, di uscire dal bivio: chiudere definitivamente i Consigli di zona e dichiarare fallita un’esperienza mai realmente decollata o realizzare una vera e propria riforma del decentramento, attribuendo ai Consigli di zona i poteri e le funzioni di veri e propri poli amministrativi.
Giulia Cusumano