Il particolato ultrafine, ancor più pericoloso del PM10, è quasi l’80% delle polveri sottili che respiriamo

Da quasi quattro anni Chiamamilano rileva anche il PM2,5: quella porzione delle polveri che ha un diametro inferiore a 2,5 micron e che costituisce, nelle aree cittadine, la maggior parte del PM10.
In questi anni non c’è stata l’attenzione che avrebbe dovuto esserci su questa porzione del particolato fine. Eppure stiamo parlando della gran parte delle polveri che si respirano quotidianamente, la pericolosità delle quali è ormai riconosciuta da tutti gli istituti di ricerca internazionali.
Il PM2,5, date le sue ridottissime dimensioni, arriva fin negli alveoli polmonari e entra nel processo di ossigenazione del sangue portando nel sistema circolatorio una serie di sostanze tossiche e cancerogene di cui è veicolo.
Dal 7 gennaio al 18 febbraio, nonostante l’Ecopass e una riduzione dei valori del PM10 –non dovuta al ticket in versione meneghina– rispetto allo stesso periodo del 2007, i valori del PM2,5 sono stati per 25 giorni al di sopra della soglia di 35 microgrammi per metrocubo raccomandata dall’Unione europea, toccando una media giornaliera di 48,6 microgrammi.
Il PM 2,5 costituisce ormai la vera emergenza nella più generale emergenza smog, anche in forza di una tendenza che negli ultimissimi anni si è rafforzata a ritmi sempre più veloci: le polveri ultrafini (PM2,5) fino a meno di un decennio orsono costituivano meno del 60% del particolato fine (PM10), nell’ultimo anno sono passate ad essere l’80%.
E.P.