Grandi e piccoli teatri di Milano sono in attesa di conoscere gli effetti pratici del rinnovato sistema delle convenzioni comunali

Milano, prima città italiana a dotarsi di un teatro pubblico (1947, Piccolo Teatro della Città di Milano), è stata anche la prima a introdurre il sistema delle Convenzioni Teatrali, segno di una considerazione del teatro come servizio pubblico e valore civile.
Dai 5 teatri iniziali (Crt, Teatro del Buratto, Filodrammatici, Franco Parenti, Teatridithalia) ai 14 attuali (Sala Fontana, Carcano, Litta, Out Off, Compagna Gianni e Cosetta Colla, Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli, Quelli di Grock, Teatro Libero), nessuno potrà più considerarsi “al sicuro”: con loro concorreranno alla pari realtà quali, ad esempio Teatro della Cooperativa o l’Arsenale. Secondo parametri che terranno conto anche della capacità di conquistare spettatori o degli scambi internazionali.
Ovviamente restano inalterati i 4 e più milioni di euro assegnati al Piccolo Teatro e i 6,7 della Scala. Ma per tutti gli altri futuri convenzionati c’è anche un piccolo aumento di budget: da poco più di un milione e 300mila euro a un milione e 700mila. Anche se inizialmente era stato annunciato un aumento ben più consistente di 900mila euro.
I nomi dei vecchi e nuovi convenzionati si sapranno a giorni: in teoria, le nuove linee guida dovrebbero costituire un’iniezione di vitalità nel panorama teatrale milanese, mettendo in gioco nuovi attori e costringendo quelli più anziani e sonnacchiosi a darsi una rinfrescata. In pratica, bisogna attendere nomi e numeri.
A.P.