Giuseppe Landonio spiega i rischi di un’edilizia lasciata al libero mercato prevista nel Piano di Governo del territorio

Sembra questa la prospettiva implicita incardinata nel Piano di Governo del Territorio presentato dalla Giunta. Libero mercato, edilizia interamente demandata al privato, nessuna clausula relativa all’edilizia sociale, ovvero esilissime prospettive per le fasce deboli della popolazione di poter metter su casa a Milano a fronte, invece, invece di almeno 50.000 persone in attesa di un alloggio popolare.
I consiglieri si oppongono ad un documento che, lasciando ai privati l‘assoluta libertà di costruire, non solo rischierebbe di creare un’offerta abitativa non corrispondente alle richieste di mercato, ma andrebbe anche a collidere con la legge regionale 12 per il governo del territorio che prevede una pianificazione comunale delle aree destinate ad edilizia pubblica.
“La nostra ricetta parte dall’assunto che il tetto massimo di abitanti per Milano debba essere di 1.450.000 abitanti, ovvero 100, 150 mila milanesi più di oggi, e non 500 mila come sostiene l’Assessore Masseroli –spiega Giuseppe Landonio–. Da questo dato bisogna ridefinire gli indici per gli A.T.U. (Ambiti di Trasformazione Urbana) su cui si andrà a costruire e per ogni nuova edificazione imporre il 30% di edilizia libera, il 35% di convenzionata e il 35%di sovvenzionata. Inoltre il 50% della convenzionata e della sovvenzionata dovrebbe essere destinata ad affitti a canone calmierato”.