Il Comune lavora ad un nuovo accordo con le Ferrovie per riqualificare gli scali ferroviari dismessi

Lo scalo Farini, la parte più importante, oltre 500.000 metri quadri, e poi Lambrate, Porta Romana (sgomberato a marzo dagli insediamenti abusivi) e Rogoredo, ma anche San Cristoforo e Porta Genova, per un totale di circa 1,2 milioni di metri quadri (vedi la mappa).
Complessivamente, sui vecchi scali si sarebbe potuto costruire fino a 800.000 metri quadri, tre volte quanto Citylife e quattro volte Porta Nuova. Unico sistema, questo, per ricavare, attraverso gli oneri di urbanizzazione, i soldi necessari a Comune e Ferrovie per riqualificare le aree dismesse.
Il passo definitivo è però il nuovo Accordo di programma con Ferrovie, per il quale si è a tre quarti del lavoro, ha spiegato l'assessore Lucia De Cesaris. In questo caso si scenderebbe a 676.000 metri quadri di “costruito”. Una riduzione di quasi il 20% rispetto all'accordo di programma del 2009, rivendica l'Assessore.
È sufficiente questa soluzione per consentire la riqualificazione delle aree garantendo tanto la convenienza degli operatori (ovvero chi dovrà costruire) ma anche le esigenze di una giunta che aveva fatto della tutela del territorio cittadino uno degli obiettivi della revisione del Pgt?
“Questa è la più grande edificazione sui più importanti spazi non edificati di Milano. Perché è necessario edificare ancora?” è l'attacco di Mattia Calise, consigliere del Movimento 5 Stelle. La replica è di Carlo Monguzzi, Pd, presidente della commissione Ambiente: “è chiaro che questo non corrisponde ai miei sogni di ambientalista, ma probabilmente questo corrisponde a ciò che di meglio si poteva fare. Mi pare che nel complesso il giudizio non possa che essere positivo”.
L'Assessore sottolinea anche i passi in avanti rispetto ai parametri del Pgt: a questi numeri l'indice di edificabilità scenderebbe allo 0,6%, rispetto allo 0,7 degli Atu (Ambiti di trasformazione urbana). Poi, c'è l'interessamento di Cassa depositi e prestiti, che potrebbe essere l'attore principale per la parte di housing sociale. CdP potrebbe finanziare infatti la metà delle 2600 abitazioni previste tra edilizia convenzionata e a canone sociale. Inoltre, la riqualificazione porterà 5000 nuovi alberi, un nuovo parco che si collegherà al Naviglio sull'area di San Cristoforo.
Nel frattempo, assicura l'Assessore, come per il PGT anche per questo piano si dovranno accogliere le osservazioni dei cittadini, e una volta firmato l'accordo bisognerà tornare in Giunta e poi in Consiglio, lavorando quindi per tutto il 2014.
Il nodo da sciogliere, ora, è però quello con le Ferrovie. Il Comune punta a far investire FS almeno i primi 50 milioni di euro delle plusvalenze sul valore delle aree proprio nella riqualificazione delle stazioni ferroviarie milanesi, a partire da Porta Romana e San Cristoforo, mentre pare che FS voglia investire su nuovi treni. “Le Ferrovie devono comprendere che Milano sta facendo un intervento davvero importante per la città e per l'area metropolitana, e importante anche per loro. Penso debbano avere più attenzione per l'interesse pubblico. Spero che il nodo sulle plusvalenze si possa superare”, è l'auspicio dell'assessore De Cesaris.
Non tutto però potrebbe essere già scritto. Il Comune si è dato la fine d'anno come termine per trovare un accordo con FS. Altrimenti “quelle aree valgono zero”, ha avvertito l'Assessore, ovvero le Ferrovie non potranno metterle a frutto perché il Pgt non prevede nulla di specifico al riguardo. “Se l'accordo non verrà raggiunto -ma questa è un'ipotesi che l'Assessore preferisce scartare- si cercheranno altre soluzioni...”. Anche delle case, però, non si è proprio certi, e De Cesaris lascia aperte altre possibilità: se la vocazione di alcune aree fosse produttiva, spiega, andrebbe benissimo lo stesso.
Claudio Urbano