Tra carte "segrete" e polemiche riparte il dibattito sul piano di governo del territorio

In questo pirotecnico succedersi di dichiarazioni, pubblicazioni, lettere e ripicche ciò che rischia di sparire è la sostanza.
Ma per chiarezza e ossequio alla cronaca è giusto fare un passo indietro e ricapitolare sommariamente gli ultimi eventi: il 19 marzo il Consigliere del Pdl, Carlo Masseroli, dà al sito Affari Italiani la documentazione riguardante il PGT e a disposizione dei Consiglieri.
Intanto i documenti "riservati" rimanevano -e rimangono- giustamente su Affari Italiani mentre Masseroli si ergeva a paladino della trasparenza in una sorta di nemesi paradossale e il cerino acceso restava in mano alla maggioranza.
Ancora una volta è stato il Sindaco a dover intervenire per portare la temperatura dello scontro interno alla maggioranza -e soprattutto quello tra l'Assessore all'Urbanistica e il Capogruppo del PD- sotto il livello di guardia e a diradare la cortina fumogena innescata dall'operazione trasparenza lanciata da Masseroli.
La soluzione per evitare che il dibattito sul PGT si impantani è quella di una cabina di regia che vedrà coinvolti tutti i capigruppo, l'Assessore all'urbanistica e il Presidente della Commissione consiliare competente.
In quella sede si dovrebbe trovare la soluzione per indicare una tempistica certa e superare le polemiche di questi giorni anche perché l'ex Assessore all'urbanistica del centrodestra è troppo esperto della materia per non sapere che i documenti pubblicati sono di difficile decifrazione non solo per i comuni cittadini ma anche per i molti che dal 2010 seguono le vicende del PGT.
La loro pubblicazione è un atto di trasparenza per iniziati, cioè una contraddizione in termini. Ma ha una sua ragione tutta politica tesa a rendere il più accidentato possibile il percorso del nuovo Piano di governo del territorio voluto dalla Giunta Pisapia. Mossa ovviamente legittima, ma che riguarda la tattica. Tattica efficace stando al risultato ottenuto nell'immediato. Ma dissolto il fumo la sostanza rimane ed è forse su quella che bisogna ragionare, è su quella che si può e si deve invocare la partecipazione.
E la sostanza sta in alcuni punti che qualificano il nuovo PGT: l'eliminazione dell'indice di perequazione dai territori compresi nel perimetro agricolo del Parco Sud; l'eliminazione di alcune aree di interesse pubblico e generale inserite nel territorio agricolo (Forlanini, Ronchetto, Monluè); la diminuzione dell'indice massimo edificabile sulle aree di trasformazione urbana; l'eliminazione dell'indice minimo 1 mc/mq nelle aree ad alta accessibilità che poteva consentire volumetrie potenzialmente illimitate attraverso l'uso della premialità e della perequazione; l'inserimento dell'obbligo di cessione del 20% della superficie delle Aree di trasformazione urbana per realizzare edilizia sociale; l'eliminazione della possibilità di utilizzare indici di edificabilità generati dai servizi privati dismessi per altre distinazioni d'uso; l'eliminazione del tunnel interrato tra Linate e l'area Expo.
Questa è la sostanza, che può legittimamente non piacere a chi redasse un PGT che vagheggiava per Milano 700.000 nuovi residenti in meno di vent'anni e il laissez faire urbanistico come stella polare dello sviluppo cittadino.
Beniamino Piantieri