Le controproposte del Pd al Piano di Governo del Territorio presentato dalla Giunta

Mentre in aula il piano va piano –appena 12 emendamenti discussi su quasi 1400 in 4 giorni di seduta complici le numerose assenze della maggioranza– il Pd mette nero su bianco quali sono i punti chiave su cui il principale partito d’opposizione non prevede sconti nè rese.
15 proposte che condensano i circa 700 emendamenti presentati in aula contro quello che secondo il Pd è un piano che “non tutela a sufficienza l’interesse pubblico e sceglie di non scegliere su troppi terreni”.
Il Pd non solo propone di destinare il 50% della nuova residenza costruita all’affitto sociale, concordato, moderato e con patto di futura vendita, ma anche di porre dei vincoli ai costruttori: “Il Pubblico deve stabilire dove e in che modo sia da realizzare l’edilizia sociale, come stabilisce la legge regionale. Lasciando il mercato totalmente libero si rischia di escludere i ceti più bisognosi dalla possibilità di trovare un alloggio”.
Il verde: Il Pd vuole realizzare sulla totalità dello scalo Farini un grande parco cittadino su modello di Central Park, e trasformare il Parco Agricolo Sud nel più grande parco agricolo pubblico d’Europa.
Infrastrutture: nessuna possibilità di contrattazione sul Tunnel Linate-Rho, visto come il Ponte di Messina del Nord: “una fantasmagorica infrastruttura che non risolve i veri problemi della viabilità cittadina.” Le risorse vanno viceversa destinate alle metropolitane, ai collegamenti ferroviari con l’hinterland, alla realizzazione di una robusta rete di piste ciclabili.
Oltre ai 3 punti che il Pd ormai ripete come un mantra, altre questioni dovrebbero essere riviste nel piano di governo. Il punto di partenza è chiaro: senza una regia pubblica che detti gli indirizzi di massima ai privati, la città non si sviluppa armonicamente.
Fondamentale è il meccanismo di controllo della perequazione: serve un ente terzo che vigili sulle dinamiche di utilizzo dei diritti volumetrici da parte dei privati. Serve poi una densificazione dei servizi in base alle esigenze non solo dei residenti, ma anche dei cosiddetti “city user”, le persone che a Milano non ci vivono ma ci lavorano o studiano quotidianamente.
Si chiede inoltre una regia sui progetti di riqualificazione dell’Ortomercato, sulla realizzazione della famigerata Beic, sullo spostamento del Palazzo di Giustizia e del Carcere di San Vittore.
“Siamo disposti a dialogare e confrontarci in aula –conclude Piefrancesco Majorino, capogruppo del Pd– Il sindaco dica se è un piano blindato da discutere solo con Berlusconi o il piano della città e quindi oggetto di confronto e di modifica".
Giulia Cusumano