A Milano un progetto interamente dedicato alle donne in fuga da violenze e abusi "per ricostruire la normalità"
Milano si riconferma dalla parte delle donne con un'iniziativa del CADMI (Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano), che in collaborazione con Di.Re (Donne in rete con la violenza), Progetto Samira contro la violenza e UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), ha difatti messo a disposizione la sua esperienza trentennale per creare il progetto "Un viaggio per la libertá". L'obiettivo è aiutare le donne migranti vittime di violenza fisica e psicologica a superare il trauma e quindi a raggiungere l'indipendenza emotiva, economica ed abitativa. In particolare, grazie alla cospicua donazione di una madre e delle sue quattro figlie, ad ottobre sarà possibile inaugurare una casa rifugio (la cui ubicazione è naturalmente segreta a tutela delle interessate) per l'accoglienza di 10 donne e dei loro figli. |
CADMI, che dal 1991 ha accolto più di 600 donne nelle sue strutture, in questo progetto si impegnerà inoltre su due fronti: acquisire maggiore conoscenza nell'ambito delle procedure istituzionali per la difesa dei diritti femminili e aumentare la consapevolezza degli specifici bisogni femminili nelle organizzazioni umanitarie.
Sono molteplici e di natura molto varia i traumi subiti dalle donne migranti, dalle violenze e gli stupri sopportati durante la tratta, oppure ancor prima in famiglia, soprattutto nei paesi dove ancora sono accettate la mutilazione genitale e i matrimoni forzati. È dunque necessaria un'assistenza psicologica specifica che, avvalendosi della conoscenza approfondita dei contesti culturali di origine, accompagni le donne in un processo di elaborazione. Oltre alle attività individuali, nella struttura predisposta da CADMI le donne saranno sostenute dall'aiuto e dalla condivisione reciproca dei propri traumi. Particolarmente importanti saranno gli scambi tra le ospiti di vecchia data delle case rifugio CADMI con le nuove arrivate. Si auspica il raggiungimento di un senso di sicurezza e familiarità, che possa creare un clima favorevole al raggiungimento dell'autonomia e dell'empowerment femminile.
Previsti inoltre, a cura di operatori formati, percorsi di affrancamento educativo, che consentano non solo l'integrazione nel contesto sociale e cittadino, ma anche in quello lavorativo.
"Il nostro impegno è di aprire la strada a un nuovo modo di fare accoglienza che sappia guardare al futuro di una società davvero inclusiva" ha detto ancora Manuela Ulivi, aggiungendo: “Nostri interlocutori fondamentali per questo progetto sono il Comune e la Prefettura di Milano che hanno già garantito il loro sostegno".
Sarà difatti fondamentale il sostegno delle istituzioni, in particolare per l'accesso a quei servizi necessari per una qualità di vita sicura e dignitosa per le donne accolte. Comune e Prefettura avrebbero inoltre dimostrato interesse nell'incremento delle donazioni per questo progetto molto ambizioso.
Intanto, all'iniziativa d'inaugurazione hanno partecipato moltissime sostenitrici entusiaste. Manuela Ulivi ha concluso: "Quest’opportunità arriva in un momento particolare della vita del paese: mentre si fanno discorsi di tutt’altro tipo, noi continuiamo ad occuparci, come sempre abbiamo fatto, dell’accoglienza delle donne, tutte. Indipendentemente dal loro paese d’origine”.
Giorgia Colucci