Le “Casette” di Crescenzago aspettano da anni una bonifica sempre promessa e mai realizzata

Basta collegarsi al sito del Ministero della Salute per avere tutte le informazioni del caso. Eppure a Crescenzago, periferia nordorientale della Milano che si sta offrendo agli occhi degli ispettori del BIE, ci sono centinaia di persone che fanno quotidianamente i conti con l'esposizione all'amianto. Vivono in case del demanio, costruite nel 1953 per far fronte all'emergenza abitativa del periodo postbellico e della prima grande ondata migratoria proveniente dal sud.
Invece sono edifici standardizzati costruiti alla meno peggio, con materiali economici come l'amianto e l'eternit.
Ci vivono 117 famiglie, nonostante la legge n. 257 del 27 marzo 1992 disponga "l'esportazione dell'amianto e dei prodotti che lo contengono e detta norme per la cessazione (...) dell'utilizzazione dell'amianto e dei prodotti che lo contengono, per (...) la riconversione produttiva e per il controllo sull'inquinamento da amianto".
Il Comune nel 2005 aveva promesso che avrebbe provveduto ad eseguire i lavori imposti dalla legge; nel piano triennale 2005-2007 la ristrutturazione delle Casette figurava tra le opere pubbliche cui dare priorità.
Eppure siamo quasi alla fine del 2007 e nemmeno le proteste, le manifestazioni degli inquilini e le delibere del Consiglio di Zona 3 sono servite.
Contattato telefonicamente, l'Assessore alla Casa e Demanio Giovanni Verga assicura che i lavori verranno avviati e che i fondi sono già stati stanziati. Sulla tempistica, tuttavia, l'Assessore non si pronuncia.
Nel frattempo le Casette di amianto restano lì, immutate. Abitate da 117 famiglie.
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Giulia Cusumano e Antiniska Pozzi